Quanta gente e quanto affetto per Sara Pedri: il teatro di Tuenno stracolmo nel ricordo della giovane dottoressa scomparsa in Val di Non
Presente tutta la famiglia della ginecologa, ma anche tanti amministratori, dal sindaco Mucchi di Cles all’assessora provinciale alla sanità Segnana. La sorella: «Ogni volta che nel lavoro si subisce un sopruso bisogna denunciare»
TUENNO. Un successo inimmaginabile. Una serata magica. Un abbraccio reciproco, ricco di emozioni e sentimenti, tra la famiglia di Sara Pedri e la comunità trentina. Mamma Mirella, papà Stefano e la sorella Emanuela si sono presi l'affetto del Trentino: musica, poesie, letture e qualche breve e sentito discorso, ma soprattutto il teatro di Tuenno gremito (almeno 250 persone, alcuni anche in piedi) e tanto amore. In un certo senso la serata "Il nostro abbraccio a Sara" poteva essere vista come un modo per la nostra terra di chiedere perdono a quella famiglia romagnola, esempio di dignità e serietà, per il fatto non aver saputo accogliere come avrebbe meritato la loro Sara.
Una dottoressa che qui da noi cercava vita e carriera professionale, e che invece ha trovato un ambiente ben poco sano. Alla fine è stata la famiglia Pedri a ringraziare, commossa, il Trentino e la gente trentina, nonesa soprattutto.
«Devo essere proprio grata a questa provincia e a chi ha organizzato questa emozionante serata», ha detto mamma Mirella. «Un grande grazie a tutti voi e a tutti coloro tra forze dell'ordine, vigili del fuoco e volontari che rischiano la vita per ritrovare la nostra Sara», ha aggiunto la sorella Emanuela. Quello che è stato non sarà mai del tutto alle spalle, perché c'è il tribunale che lavora, c'è una ricerca di verità e giustizia su quanto accaduto e c'è un lago, quello di Santa Giustina, che deve ancora restituire la giovane dottoressa.
Ma dopo la serata di sabato la famiglia di Sara Pedri sa di poter trovare sempre volti amici e braccia aperte anche nel nostro territorio. «Una terra che Sara amava - ha detto la mamma Mirella - e anche sui trentini lei aveva sempre belle parole. Mi mandava le foto delle persone di Cles che spalavano la neve e mi diceva "guarda che bravi, così io posso andare da qui a Trento per lavorare"».
Poi l'appello, ai microfoni del Tg Rai: «Ogni volta che nel lavoro si subisce un sopruso bisogna denunciare. E poi bisogna andare avanti, non lasciare che tutto decada. Sara raccontava a noi ma poi non ha avuto il coraggio di denunciare. Noi ora lottiamo perché il suo nome e il suo sacrificio non vengano dimenticati, perché le cose devono cambiare e lei da lassù ci aiuti a far svanire la cattiveria delle persone».
Emanuela Pedri a fine serata ha aggiunto che «spero che tutto questo sia un esempio per tante famiglie che soffrono, che hanno perso i loro figli o che hanno figli che non stanno bene. Le relazioni possono essere d'aiuto, danno energia e ci portano ad aprire i cuori».
Poi la citazione della canzone "La compagnia" di Lucio Battisti, nella quale Mogol scriveva "Io ti ringrazio sconosciuta compagnia: non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore, ma so che sento più caldo il mio cuor. Felicità, ti ho persa ieri ed oggi ti ritrovo. Tristezza va".
Tanti i complimenti per Nadia Sandri e Sergio Moratti, che hanno organizzato nei minimi dettagli la serata, con sensibilità e impegno. «È stato tutto magico - ha detto Moretti - il nostro obiettivo era far contenti i genitori e crediamo di esserci riusciti. È stato un incontro costruttivo per il futuro nel quale si è sottolineata l'importanza delle relazioni. Nulla è stato calato dall'alto e anzi tutto è nato spontaneamente e sinceramente dal basso. Sono venuti anche tanti politici, ma in punta di piedi. Non ci aspettavamo un successo del genere, siamo felici».Molti gli applausi durante la serata: per chi ha cantato, e citiamo per tutti il coro "Ricoveri Grop", e per chi ha parlato.
E a commuovere è stato il bellissimo e spontaneo discorso del sindaco di Cles Ruggero Mucchi, "padrone di casa" insieme al collega di Ville d'Anaunia Samuel Valentini. «Non è una sera istituzionale - ha detto Mucchi - ma è tutto nato dalla gente e dalla commozione che la vicenda ha creato. Noi siamo gente di montagna, di solito molto riassuntiva, ma qui abbiamo provato a esprimere il nostro dolore e il nostro affetto. Da sindaco mi resta un grande rammarico, perché Cles è la grande occasione persa: qui Sara ha trovato casa e iniziato un percorso, ma non ha avuto tempo per frequentare la nostra comunità, nella quale avrebbe trovato sostegno e sfogo». Poi il commovente abbraccio con il papà di Sara. Dicevamo dei politici.
Presenti anche l'assessora Stefania Segnana («Ci impegniamo per garantire che nel nostro sistema sanitario si possa lavorare in serenità»), con il direttore sanitario dell'Apss Giuliano Mariotti e alcuni esponenti delle minoranze, tra cui Sara Ferrari, Paola Demagri e Filippo Degasperi.
«Sentivo l'esigenza di conoscere quella famiglia - ci ha detto Paola Demagri - e la serata è stata emotivamente molto bella. Con coraggio la famiglia Pedri ci ha dato una lezione importante».
«Sono contento di aver conosciuto di persona la famiglia - ha detto Filippo Degasperi -. Credo che il Trentino abbia molto da farsi perdonare. Dai politici mi sarei aspettato solo silenzio, invece l'unica nota stonata della serata è stata l'assessora Segnana salita al microfono. Io non lo avrei mai fatto. Tra l'altro non si è assunta alcuna responsabilità. Dalla famiglia Pedri sono invece arrivate parole di grande rispetto, non scontate e molto belle. Per i politici la lezione è arrivata sia dalla comunità sia dalla famiglia: speriamo la imparino».