Strade / Problema

La Rocchetta è un imbuto, i sindaci e i consiglieri chiedono una soluzione per la viabilità ed i soccorsi

Traffico intenso tutto il giorno, e se c’è un incidente si blocca completamente la circolazione. Ipotesi strada del Maset, ma bisognerebbe pensare più in grande

di Fabrizio Brida

VAL DI NON. L'incidente di lunedì scorso nei pressi del ponte della Rocchetta, che ha visto un'auto ribaltarsi e due ragazze di 25 e 27 anni trasportate all'ospedale per accertamenti, ha riacceso - ancora una volta - i riflettori sui disagi e i rallentamenti al traffico, con code a volta interminabili, causati da sinistri stradali o da mezzi pesanti in panne, lavori, nevicate sulla SS43 all'imbocco e in uscita dalla Val di Non. Il che può creare problemi a chi percorre la strada (sono stati diversi gli automobilisti che l'altra mattina, dopo essere rimasti a lungo bloccati nel traffico, sono arrivati tardi al lavoro) ma soprattutto a chi accorre per prestare soccorso. In certi casi, infatti, pochi minuti possono davvero fare la differenza.

«Il problema c'è, è conosciuto e talvolta anche per noi, in caso di emergenza, il passaggio è difficoltoso - conferma Maurizio Prade, comandante dei Vigili del Fuoco volontari di Ton, corpo che viene chiamato spesso a intervenire a causa di incidenti in località Rocchetta -. Va detto che gli automobilisti sono collaborativi e fanno in modo di lasciarci passare, ma la strada è unica e regolarmente quando accade qualcosa si crea un tappo che blocca due valli. Quasi sempre veniamo chiamati tempestivamente, quindi riusciamo a sopraggiungere prima che si crei la colonna, ma se ciò non accade si fa presto a ritardare di qualche minuto. Anche perché il traffico è sempre più intenso».

È evidente, dunque, come una soluzione sia urgente e necessaria. Un'ipotesi l'aveva avanzata un anno fa il consigliere provinciale di Fratelli d'Italia Daniele Biada, già sindaco di Campodenno, il quale aveva presentato in Consiglio provinciale un'interrogazione a risposta immediata per chiedere che venga riaperta la strada vecchia del Maset di Mezzocorona come alternativa all'arteria principale.

Ieri il collega Christian Girardi, ex primo cittadino di Mezzolombardo, è tornato sull'argomento chiedendo appunto che si studi una soluzione per mettere in sicurezza il versante e riaprire la strada vecchia che passa da Mezzocorona. Possibilità che verrà vagliata nuovamente dagli organi provinciali.

«Ormai capita troppo spesso che in caso di incidente si blocchino due valli, è evidente come serva un'alternativa alla strada principale - sostiene Daniele Biada -. Situazioni come quella verificatasi lunedì possono costare carissimo, e non in termini economici. In condizioni meteorologiche particolari, ad esempio in caso di nebbia, l'elisoccorso non può infatti sostituire un'ambulanza che collega le valli con l'ospedale di Trento. Non possiamo più aspettare. Già i tempi di progettazione e realizzazione delle opere sono lunghissimi, sarebbe spiacevole dover intervenire in seguito a qualche disgrazia legata all'impossibilità dei mezzi di soccorso di transitare tra la Rocchetta e Mezzolombardo».

A confermare la problematica, non solo per la Val di Non ma anche per la Val di Sole e in parte per l'Altopiano della Paganella, è il presidente della Comunità di Valle Martin Slaifer Ziller. «È una tematica che non abbiamo ancora affrontato, ma che mi prendo l'impegno di portare in primis in Consiglio dei sindaci e poi a livello provinciale. Soluzioni potrebbero essercene più di una - aggiunge il presidente - e l'idea è di non calare nulla dall'alto, ma di confrontarsi in maniera seria e collettiva con i tecnici specializzati. Quello è un punto delicato, dove passa anche la linea della Trento-Malé e dove si trova la forra della Rocchetta. Cerchiamo di capire insieme cosa si può fare e di stimolare le relative progettualità per risolvere al meglio la questione».

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