Ronde contro i ladri a Fierozzo
Vita dura per i ladri in Val dei Mocheni. A Fierozzo i 480 abitanti, guidati dall'ex sindaco e consigliere provinciale Diego Moltrer, si sono coalizzati predisponendo un piano di controllo del territorio e organizzando ronde, di giorno e di notte, con l'utilizzo dei cani. «Ci siamo accorti che in paese c'erano movimenti strani, giravano auto sconosciute. Abbiamo avuto tre furti di giorno, in tre case isolate. In un'occasione, ed erano le 4 del pomeriggio, i ladri sono riusciti a evitare la cattura per un pelo. Ora se ci sono auto sospette avvertiamo i carabinieri di Sant'Orsola» spiega Moltrer
Eh no, la Valle Incantata non si tocca. Provino pure i ladri a entrare nella case, ma troveranno pane per i loro denti. Non è una minaccia quella che gli abitanti di Fierozzo, in val dei Mocheni, rivolgono ai malintenzionati, ma è un avvertimento: state lontano da Vlarotz o dovrete vedervela con noi, anzi con i carabinieri.
Se le pattuglie non possono arrivare ovunque, gli abitanti si sono coalizzati contro i ladri, predisponendo un piano di controllo del territorio ed organizzando ronde, sia di giorno che di notte. Il bilancio delle prime due settimane di allerta è positivo: i furti si sono fermati.
Ma non si tratta di giustizia fai-da-te, evidenziano in paese. Lo ribadisce un fierozzano doc, il consigliere provinciale del Patt Diego Moltrer, ex sindaco del paese, uomo profondamente legato al suo territorio ed orgoglioso delle sue radici tanto da esordire nel suo primo giorno da presidente del consiglio regionale con un saluto in mocheno. «Abbiamo un accordo con le forze dell'ordine: noi residenti ci impegniamo a segnalare ai carabinieri ogni auto sospetta che vediamo aggirarsi in paese. La collaborazione è ottima» spiega, evidenziando di parlare nella veste di abitante di Fierozzo e non come politico.
Presidente, come è nata l'idea di organizzarvi in ronde?
«Ci siamo accorti che in paese c'erano movimenti strani, giravano auto sconosciute. Abbiamo avuto tre furti di giorno, in tre case isolate. A Fierozzo gli abitanti sono 480, sparsi nei masi. In un'occasione, ed erano le 4 del pomeriggio, i ladri sono riusciti a scappare per un pelo dalla cattura: la loro macchina è stata trovata abbandonata a Susà di Pergine. Abbiamo pensato che era necessario trovare una soluzione per controllare il territorio. Allora abbiamo deciso di organizzarci, come residenti, per tutelare le nostre case, in collaborazione con i carabinieri. Perché è ora di prenderli, questi ladri».
Dunque, voi controllate tutte le persone che arrivano a Fierozzo, sia di giorno che di notte?
«Praticamente sì. E se ci sono auto sconosciute avvertiamo i carabinieri di Sant'Orsola. Da quando abbiamo iniziato, circa due settimane fa, furti non ce ne sono più stati».
Chi partecipa a queste ronde?
«Un po' tutti, l'iniziativa coinvolge l'intera popolazione, dai giovani ai meno giovani, uomini e donne. Tutti sono chiamati a dare una mano. Ci alterniamo ai controlli, facciamo i turni. Ci siamo organizzati attraverso il passaparola, non è stato necessario fare assemblee. E poi abbiamo i cani».
Setacciate il paese portando con voi i cani?
«Sì, ma non solo: abbiamo deciso di lasciare i cani liberi nelle nostre abitazioni e nelle pertinenze delle case, per tenere lontano i malintenzionati. Pensi che in un'abitazione hanno rubato anche i vestiti».
Non solo soldi o gioielli...
«Esatto. Hanno portato via capi di abbigliamento. Queste persone rubano tutto ciò che trovano. Da noi ci sono parecchi masi isolati, per questo abbiamo deciso di fare i turni di guardia. Il problema è che queste bande dove hanno intenzione di entrare entrano. Ma noi non lo permetteremo. Non siamo i soli ad organizzarci per fare la guardia: l'anno scorso si erano verificati parecchi furti tra Baselga di Piné e Bedollo e anche in quella zona gli abitanti avevano fatto le ronde».
I ladri hanno provato ad entrare anche da lei?
«No, da me no, anche perché ho quattro cani...»
Presidente, quando si parla di ronde non si può non pensare alle ronde leghiste. Vi siete ispirati al Carroccio?
«Assolutamente no. Forse è meglio non utilizzare la parola ronde: diciamo che facciamo sorveglianza».