Prete cacciatore contestato
I parrocchiani difendono don Sittoni che domenica è stato preso di mira dagli animalisti per la sua passione verso la caccia. «È stato davvero un episodio grave che ha rovinato e disturbato tutta la comunità in un momento solenne come la messa domenicale - spiega una parrocchiana di Canezza presente alla celebrazione - i quattro sono stati subito bloccati e invitati ad uscire. Qui a Canezza non c’è nessun assassino» I tuoi commenti
CANEZZA - Grande disappunto per l’interruzione della messa domenicale e vero dispiacere per le offese rivolte ad un sacerdote disponibile e cortese che, senza aver mai nascosto la sua passione per la caccia, è da sempre impegnato nella tutela di fauna, flora e ambiente locale.
La comunità di Canezza ha espresso ieri tutta la sua contrarietà all’incursione di quattro «animalisti» avvenuta domenica nella chiesa parrocchiale di Canezza, mentre don Dario Sittoni, classe 1938 parroco a Canezza e Serso dopo aver insegnato all’istituto Arcivescovile di Trento, stava celebrando la messa domenicale. Cellulari e fotocamere alla mano i quattro, di origini milanesi e impegnati sabato nella loro protesta anche in una nota fiera specializzata a Riva del Garda, hanno srotolato un grande striscione dal testo inequivocabile «Quinto comandamento: non uccidere. Cacciatori assassini».
«È stato davvero un episodio grave che ha rovinato e disturbato tutta la comunità in un momento solenne come la messa domenicale - spiega una parrocchiana di Canezza presente alla celebrazione - i quattro sono stati subito bloccati e invitati ad uscire. Qui a Canezza non c’è nessun assassino, tutti apprezziamo il lavoro e l’opera pastorale svolta da don Dario, conosciamo la sua passione per la caccia, ma non per questo è un vero uomo di fede ed un ottimo sacerdote».