Riparte la battaglia contro il motocross
È pronta la documentazione che il «Comitato antirumore Valle Incantata» presenterà nei prossimi giorni al sindaco Roberto Oss Emer per dimostrare la situazione problematica determinata dalla presenza della pista di motocross in località Croz del Cius, all’imbocco della Valle dei Mocheni.
È pronta la documentazione che il «Comitato antirumore Valle Incantata» presenterà nei prossimi giorni al sindaco Roberto Oss Emer per dimostrare la situazione problematica determinata dalla presenza della pista di motocross in località Croz del Cius, all’imbocco della Valle dei Mocheni.
L’intero incartamento è stato redatto da uno dei componenti del comitato, Hermann Sven, e contiene dati e foto sulla zona. Inoltre il comitato allega anche il racconto di una leggenda che aiuta a comprendere il valore ambientale del sito chiamato appunto «Croz del Cius» e che appare come una metafora della situazione attuale. Si racconta che in occasione del Carnevale un gruppo di maschere della Valle dei Mocheni, diretto verso Pergine per partecipare ad una festa, incontrò in fondo al rio Carpineto il parroco di Viarago e due chierichetti che si recavano da un moribondo per portargli il conforto dell’estrema unzione.
Alla vista del prete, gli uomini in maschera si fermarono, smisero di scherzare e di cantare e si tolsero i cappelli in segno di rispetto e di devozione. Uno di loro, incurante della situazione, cominciò a canzonare il parroco, scambiandolo volutamente per un uomo travestito da prete. Nonostante il monito dei compagni, l’uomo continuò a burlarsi del sacerdote che nel frattempo aveva continuato il suo cammino verso la casa del moribondo. Quando i compagni si decisero a proseguire verso Pergine, si accorsero che il loro amico «miscredente» non c’era più e al suo posto, al margine della strada, era sorta una rupe alta e aspra che da quel giorno fu chiamata Croz del Cius. Per molti anni, i viandanti e i contadini che passavano di lì sull’imbrunire, udivano gemiti, lamenti e preghiere sommesse.
Quei gemiti e lamenti oggi, proseguendo nella metafora, si sono trasformati nei rumori prodotti dalle marmitte (anche se silenziate a norma di legge) dei motocicli che si rincorrono nel tracciato. La relazione del comitato, dopo aver richiamato alcune norme di legge ed evidenziato che il crossodromo sorge in una zona a elevato rischio geologico ed idrologico (secondo le norme di attuazione della Carta di sintesi geologica vigente), conclude sul merito del rumore: «Risulta evidente che la conformazione morfologica “a catino naturale” dell’imbocco della Valle dei Mocheni, dove sono ubicati il crossodromo e l’abitato di Canezza, favorisce dal punto di vista acustico l’abitato di Pergine (schermato dal Croz del Cius), mentre gli abitati ubicati in questo catino naturale hanno la visuale diretta sulla sorgente del rumore, e quindi sono pienamente investiti dalle onde sonore dirette (oltre a quelle indirette causate dalla riflessione sulle pareti del catino)».