Mensa scolastica non pagata? Allora via il bambino
Troppe famiglie non pagano la mensa scolastica: i loro figli saranno esclusi dai pasti. Non potranno gustare piatti caldi serviti nei loro istituti. Al massimo, si portino un panino da casa. La comunità di valle Valsugana e Tesino ha deciso di usare il pugno duro e circa 150 famiglie si troveranno una brutta sorpresa all'inizio dell'anno scolastico. In totale, mancano 12 mila euro. L'assessore Paolo Sordo: «Se una famiglia non riesce a pagare verrà aiutata, ma attraverso altri canali. C'è chi non ha mai versato nulla in tanti anni»
Così non si può più andare avanti. E dall'inizio del nuovo anno scolastico, la giunta della Comunità Valsugana e Tesino ha deciso un giro di vite nella gestione delle mense scolastiche. E coloro che, a tutt'oggi, risultano morosi nei confronti dell'ente, se non salderanno il debito, non potranno più accedere al servizi. A tutt'oggi sono 150 le famiglie che rischiano di non vedere più distribuiti i pasti ai loro figli. E che, complessivamente, devono circa 12 mila euro alle casse di palazzo Ceschi a Borgo Valsugana. «Non è più possibile continuare così - ricorda l'assessore all'istruzione Paolo Sordo - serve un giro di vite». Il riferimento è soprattutto a coloro, e non sono pochi, che devono versare ancora diverse centinaia e centinaia di euro. Un provvedimento che interessa il 6,82% dei ragazzi (in tutto 2.200) che frequentano le 21 mense presenti in Bassa Valsugana e Tesino. E che, a partire da mercoledì prossimo, non avranno più diritto alla mensa. Ovviamente non si deve fare di tutta un'erba un fascio ma in diversi casi si tratta di situazioni che si trascinano da anni. «Se si tratta di pochi euro, la situazione è facilmente rimediabile ma non abbiamo più nessuna intenzione di distribuire pasti a quei bambini le cui famiglie non hanno mai versato nulla». Ora si cambia. Oggi la Comunità gestisce ben 11 cucine ed ogni giorno «sforna» oltre duemila pasti per gli studenti delle scuole primarie e secondarie della Valsugana e del Tesino. «O i genitori si mettono in testa di pagare gli arretrati oppure i loro figli non potranno più accedere alla mensa». Il messaggio che arriva dall'assessore Paolo Sordo (area Pd) è chiaro. Forte e preciso come non mai. «Certo, se una famiglia è bisognosa e non dispone dei soldi per pagare la mensa del loro figlio, sarà certamente aiutata ma per altri canali. Ne parleranno con le assistenti sociali e una soluzione di certo verrà trovata». Ben cinque sono le cucine gestite dalla Cooperativa Risto Tre, tre da altrettanti comitati di gestione ed altrettante da scuole materne presenti sul territorio. « In questi giorni le famiglie morose riceveranno l'ennesima raccomandata. Scriveremo per l'ennesima volta. Infatti, in passato, è capitato che, sapendone il contenuto, diversi solleciti spedito sono stati respinti». Ma questa volta si va fino in fondo. «Se, per l'ennesima volta, non avremo nessun riscontro allora informeremo i dirigenti scolastici con la precisa disposizione di non distribuire i pasti ai ragazzi figli di genitori che non pagano». Oggi sono 150 le famiglie morose. Quante di loro pagheranno e si metteranno in regola? E quanti ragazzi resteranno senza pranzo?. «Usufruire della mensa non è obbligatorio per nessuno - conclude Sordo - e vorrà dire che qualcuno si porterà un panino oppure andrà a casa a mangiare». L'obiettivo ora è tassativo, recuperare tutto il pregresso. «Certo, ci muoveremo con cautela nei tempi e nei modi necessari per un problema così delicato. Ma è soprattutto una questione di buon senso, di equità e di rispetto per quelli che invece pagano regolarmente. E sono, fortunatamente, la netta maggioranza».