Tomaselli riparte dal territorio: «È la risorsa più importante»

di Giorgia Cardini

Riparte dal territorio, «la più importante risorsa della comunità», dalla revisione del Prg e dall’emergenza lavoro, il programma amministrativo di Stefano Tomaselli, candidato sindaco del centrosinistra autonomista di Pergine.

«Il mio sogno è quello di rendere la città più vivibile - dice - : il nostro valore base è la ricerca del benessere perché crediamo che, al di là degli indicatori economici, la qualità della vita sia il valore da ricercare per una buona amministrazione».
Una qualità della vita che non può prescindere dalla vivibilità di una città e dal suo tessuto urbanistico. Ma le scelte che hanno portato Pergine da 15mila a 21mila abitanti sono state fatte dal centrosinistra. Pentiti?
Certe scelte sono state fatte sull’onda di una forte crescita, ma si potevano concepire meglio. Ora vogliamo limitare il più possibile l’espansione: nel programma avremmo voluto parlare di «crescita zero», ma non possiamo escludere piccole richieste meritevoli di essere accolte.
Puntate anche sulla riqualificazione e il recupero dei centri storici: come?
Pensiamo di intervenire sulla tassazione, cercando di favorire la locazione o la compravendita di alloggi inutilizzati.

 

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In questa campagna elettorale torna anche il tema delle aree e degli immobili dismessi. Quali idee avete e come intendete procedere?
È chiaro che dovremo dialogare con la Provincia: per gli ex Artigianelli dovremo attivarci per evitare che l’eventuale demolizione sia slegata dalla contestuale ricostruzione, anche per moduli, insistendo perché almeno un primo modulo sia una casa sociale a servizio di Susà. Per l’ex Villa Rosa ci sono molte idee: una residenza per anziani autonomi, una destinazione sanitaria gestita da privati, un recupero in funzione della ricerca agricola. Più difficile capire come gestire le aree di San Patrignano ed ex Cederna, in mano ai privati.
Le frazioni si sono espanse moltissimo, in questi anni, ma non sono autosufficienti e ciò costringe i loro abitanti a recarsi a Pergine quotidianamente, per lo più in auto. Cosa bisogna fare?
Bisogna migliorare i collegamenti, realizzando piste ciclabili e marciapiedi là dove ancora mancano. Ma serve portare nelle frazioni anche più servizi, come mini-market. Quanto al trasporto pubblico, è un argomento delicato: è costoso, sostenibile solo se utilizzato, ma un servizio minimo va mantenuto.
A proposito di argomenti delicati: le civiche si sono espresse a favore del completamento della Valdastico.
Abbiamo idee diverse, al nostro interno, ma personalmente condivido quanto detto da Ugo Rossi: è una questione che va affrontata.
Come si fa a rendere il centro storico di Pergine attrattivo al punto che i turisti e i residenti lo preferiscano ai centri commerciali?
È indispensabile che ci tornino più negozi, dobbiamo valorizzare via Maier agevolando l’insediamento di nuove attività ed estendendo la Ztl.
Che valore ha il lavoro nel vostro programma?
È la priorità: stiamo cercando misure per intervenire da subito, in concreto, mettendo a disposizione risorse del Comune per avviare nuove attività soprattutto per i giovani.
Puntate molto anche sull’agricoltura e sul turismo: con quali azioni concrete?
Per l’agricoltura pensiamo al recupero dei terreni incolti e al sostegno alle colture tipiche locali. Disporremo un contratto fac simile di locazione o comodato gratuito che garantisca ai proprietari di rientrare in possesso dei loro terreni dopo un certo periodo, se lo vorranno. Per il turismo puntiamo sul cicloturismo, sullo sviluppo agricolo e sulla realizzazione di B&B, perché i posti letto ora sono insufficienti.
Per S. Cristoforo parlate di un piano di rilancio con accordi pubblico-privati: negli anni scorsi, però, è stata scongiurata una nuova cementificazione basata su tali accordi.
Non pensiamo a nuovo cemento, ma a opere che rivitalizzino il territorio e a favorire l’insediamento di nuove attività turistiche. Ci sono strutture usate male (alberghi) che vanno recuperate e valorizzate.
Quale ruolo anche economico possono giocare l’ospedale Villa Rosa e il teatro?
Il Villa Rosa è una Ferrari che precede a 20 all’ora. Deve diventare invece un centro di sviluppo di attività economiche, come lo era l’ospedale psichiatrico: per questo chiederemo l’appoggio della Provincia. Quanto al teatro, è già diventato un centro di incontro per i perginesi, con benefìci positivi anche per l’indotto. Dovremo agevolare questa attività predispondendo un bando di gestione più lungo, di 6 anni.
Le scuole Rodari e Andreatta hanno bisogno urgentemente di lavori radicali: cosa proponete?
Investire sulla scuola è una priorità. Devono restare in centro, per essere raggiungibili a piedi o in bicicletta, dunque vanno ristrutturate.
Auser, fondazione Montel, assistenza domiciliare, Università della terza età: a Pergine ci sono molti servizi per gli anziani. Cosa manca?
Fanno tutti un grande lavoro e hanno un concetto di invecchiamento attivo che condivido. Il Comune può fornire sedi alle associazioni che ne sono sprovviste e selezionare meglio i beneficiari dei contributi.
Come portare avanti l’esperienza del centro giovanile #Kairos, in funzione anti disagio?
I ragazzi vanno accompagnati oltre l’orario scolastico, con attività formative e ricreative. Il #Kairos fa molto, ma al suo interno si potrebbero anche creare spazi per piccole start-up.
Si parla molto di cittadinanza attiva: cosa prevedete, da questo punto di vista?  
Vorremmo adottare il Regolamento per la gestione degli beni comuni già in uso in altre città, favorendo la partecipazione dei cittadini. Abbiamo la fortuna di avere molte associazioni che già si occupano di spazi pubblici, per il piacere di avere zone più vivibili.
Perché, nonostante rappresentino oltre il 9% dei residenti, avete solo tre candidati di origine straniera?
Abbiamo fatto molte riunioni in questi mesi per cercare di coinvolgerli: ma non è facile. Per questo pensiamo di potenziare la consulta degli immigrati, creando anche nuove occasioni di incontro.
Puntate sull’attivazione dei fondi europei e sulla costituzione di uno sportello per l’Europa, per trovare nuove risorse?
Abbiamo contatti per far fare uno stage di sei mesi a Bruxelles a un dipendente comunale e poi aprire lo sportello, che servirà a raccogliere domande e iniziative per l’attivazione dei fondi europei. E siamo al lavoro anche per individuare progetti pubblici che potrebbero ottenere l’accesso ai fondi.

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