"Marie Curie", tutti contro la soppressione di Ragioneria
Si allarga la protesta per la progressiva riduzione, e la mancata attivazione di nuove classi dell’indirizzo tecnico per il settore economico (Ragioneria) dell’istituto «Marie Curie» di Pergine.
La disposizione della delibera provinciale n. 1907 dello scorso 2 novembre, che detta i futuri indirizzi delle istituzioni scolastiche prevedendo «una graduale focalizzazione sulla formazione liceale per il Marie Curie», è stata al centro ieri di un’articola discussione tra le forze di maggioranza del comune di Pergine.
Se già giovedì c’era stato un primo incontro in municipio tra il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer, l’assessora competente Elisa Bortolamedi, il presidente della Comunità Alta Valsugana Pierino Caresia, ed una rappresentanza dell’istituto guidata dalla dirigente Flavia Andretta, sabato sono state raccolte oltre mille firme tra professori, genitori e cittadini durante il mercato cittadino.
Le firme ed un documento comune, condiviso tra amministrazione, docenti e dirigente del Marie Curie, saranno ora inviate al presidente della giunta provinciale per opporsi alla ventilata «non attivazione di nuove classi dell’istituto tecnico per il settore economico sulla sede di Pergine e l’avvio del monitoraggio rispetto alla tenuta dei percorsi Tecnico per il settore tecnologico - si legge nelle delibera della giunta provinciale - avviando contestualmente la progressiva caratterizzazione dell’Istituto Alcide Degasperi di Borgo sul settore scientifico, tecnologico».
L’incontro ha messo in luce come la Ragioneria rappresenti l’indirizzo storico attorno al quale si è sviluppato negli anni il «Marie Curie», a cui sono iscritti centinaia di studenti di tutta l’Alta Valsugana molto richiesti dal tessuto economico locale, mentre il comune ha consentito l’aggiornamento ed i cambiamenti tecnologici dell’istituto, finanziando lo sviluppo di moderni laboratori informatici.
«Abbiamo valutato i dati reali che dimostrano come gli iscritti agli indirizzi tecnici e tecnologici sono in costante crescita, mentre il numero dei frequentanti i licei è stabile - ha spiegato la vicesindaca Daniela Casagrande, che ha presieduto l’incontro visto l’assenza del sindaco impegnato nel Consiglio delle Autonomie - ridurre o eliminare le classi della Ragioneria non ha alcun senso». Il tema sarà oggetto di un apposito ordine del giorno che aprirà il consiglio comunale già fissato per fine mese.
«Alla luce delle firme raccolte chiederemo un incontro con il presidente e la giunta provinciale - conclude Casagrande - le decisioni sulla riorganizzazione dell’istituto andavano prese prima, evitando problemi di spazi e sovrannumero, chi ha guidato l’istituto negli ultimi quattro anni non ha fatto nulla in tal senso».
Intanto, dopo il documento contrario alla decisione presentato venerdì dai consiglieri provinciali autonomisti Walter Kaswalder ed Emanuela Bottamedi, ieri a presentare distinte interrogazioni sulla vicenda sono stati il consigliere leghista Maurizio Fugatti, il capogruppo Upt Gianpiero Passamani e il consigliere di Forza Italia Giacomo Bezzi. Tutti vogliono capire perché un corso che ha sfornato decine di ragionieri, molti dei quali hanno subito trovato lavoro, sarà soppresso e se ci sia stato un confronto con la dirigenza dell'Istituto e i docenti prima di assumere questa decisione.