Un progetto per mettere in rete sei siti minerari e relativi musei
L’unione farà la forza. Dal punto di vista storico, scientifico e turistico.
È questa l’idea che sottende il progetto attorno a cui lavorano ormai da tre mesi le associazioni che gestiscono i siti minerari disseminati in Alta Valsugana e Valle dei Mocheni, in collaborazione con i Comuni interessati e con il coordinamento della Comunità di valle.
Un progetto che prevede di mettere in rete il Museo delle miniere di Vignola Falesina, il Parco Minerario di Calceranica, il Museo Pietra Viva di Sant’Orsola Terme, la «Gruab va Hardimbl» di Palù del Fersina, l’Ecomuseo dell’Argentario e gli edifici perginesi legati alla tradizione mineraria (l’ex Canopi prima di tutto, ma anche altri).
«Questa è l’idea di base - spiega l’assessore alla cultura della Comunità Alta Valsugana-Bersntol, Sandro Beber - lanciata da Filò ed Ecomuseo ma raccolta da tutti con molta convinzione. I siti esistenti, che ora operano autonomamente e in modo slegato l’uno dall’altro, sono molto piccoli, ma nel momento in cui si presentassero come un tutt’uno assumerebbero una portata e un’importanza diversa, sia dal punto di vista storico-culturale che turistico».
Il primo passo è dunque quello di lavorare sul fronte pubblicitario, per presentare come unica una proposta attualmente ricca, ma slegata: e per questo è in fase di allestimento un portale Web da cui sarà possibile accedere a tutti i siti già attivi dei diversi musei. Inoltre, sarà realizzata anche una cartina turistica che evidenzierà musei, orari e giorni di apertura: «Ma non ci limiteremo ai siti minerari - specifica Mauro Stulzer dell’associazione Filò - perché pensiamo di segnalare anche altre realtà museali attive sullo stesso territorio, in una logica di condivisione e sinergia che porterà benefici a tutti, considerando il bacino di utenza dell’area».
Se il Parco minerario dell’Alta Valsugana-Bersntol sarà lanciato con un evento in via di definizione, prima dell’estate, che coinvolgerà le associazioni per dare impulso alla proposta, ad assumere particolare importanza è però l’aspetto scientifico del progetto: «Il ragionamento che stiamo facendo - dice Sandro Beber - punta ad aumentare la portata scientifica dei siti attraverso la ricerca, la raccolta di documentazione e la sua digitalizzazione. Per fare tutto ciò abbiamo già chiesto la collaborazione dei servizi provinciali Geologico, Minerario e Beni culturali, che hanno acconsentito a mettere a disposizione tutto il materiale conservato nei loro archivi, che sarà quindi catalogato e ordinato in modo da ricostruire la storia mineraria, che per l’alta Valsugana riveste grande importanza».
Mauro Stulzer aggiunge: «È stato fatto tanto sulla Grande Guerra ma poco sulle nostre origini. Per questo abbiamo costituito un gruppo di lavoro che segue tutta la parte storico scientifica: questo ci consentirà di arrivare anche a nuove pubblicazioni sull’argomento».
Dal punto di vista dei servizi attivabili, Beber non esclude che si possa arrivare a trasporti organizzati per tour guidati nelle varie miniere e musei. Mentre l’aumento sicuro di visitatori permetterà anche una valorizzazione importante della rete sentieristica, che conduce e circonda i siti minerari. «La cosa che più mi preme - conclude Mauro Stulzer - è proprio la promozione del territorio, che è la nostra forza: a completamento dei siti minerari ci sono percorsi naturalistici di tutto rispetto e questo sarà un modo per riuscire a farli conoscere e a mantenerli in efficienza».