La Santa figlia dell'emigrazione

di Luigi Oss Papot

Nel giorno del 74° anniversario della sua morte, tutto l’Altopiano della Vigolana ha voluto omaggiare Santa Paolina Visintainer, al secolo Amabile Visintainer, fondatrice della Congregazione delle Piccole suore della Immacolata Concezione in Brasile, dove emigrò nel 1875, all’età di dieci anni, e dove si spense, il 9 luglio 1942.
Una giornata dedicata al suo ricordo, alla sua testimonianza e a quanto, ancora oggi, la sua vita può dire. Una santa che ha, come devoto fedele, il calciatore italo-brasiliano dell’Inter e della nazionale Èder come abbiamo riferito su queste colonne nei giorni scorsi.

Si è cominciato con una tavola rotonda presso la sala consiliare del municipio di Vigolo Vattaro, dal titolo «Madre Paolina: trentina, emigrata e santa», dove ad alternarsi sono stati Alberto Tafner, presidente dell’associazione Trentini nel Mondo, Cesar Prezzi, storico brasiliano dell’emigrazione, Carlo Bridi, giornalista, e monsignor Lauro Tisi, vescovo di Trento.
Tafner ha ricordato l’impegno di Trentini nel Mondo, associazione che esiste da quasi 60 anni e che conta numerosi circoli in tutto il mondo, con lo scopo mantenere viva l’appartenenza al popolo trentino negli emigrati e nei loro discendenti e la memoria dell’emigrazione: «L’emigrazione può dare ancora molto al Trentino e ai trentini - ha detto Tafner - e la memoria non deve esistere per retorica ma per evitare gli errori del passato, che si stanno riaffacciando all’orizzonte».
Al tema della memoria si è ricollegato anche Cesar Prezzi, i cui bisnonni dalla Vallagarina emigrarono in Brasile: «Stiamo vivendo un periodo di analfabetismo della memoria - ha detto Prezzi - sia in Italia che in Brasile troppo poco si fa per ricordare una vera e propria epopea come l’emigrazione di fine Ottocento». Carlo Bridi ha quindi ricordato la biografia di Santa Paolina, fatta di umiltà, obbedienza, carità e di grande amore per i poveri ed i sofferenti: una vita ancora troppo poco conosciuta, soprattutto in Trentino.

Luca Bezzi poi, dello studio Arc-Team di Cles, ha presentato la ricostruzione forense del volto di Santa Paolina, un progetto no-profit partito dal Brasile.
Una ricostruzione che mostra la santa sorridente, come la descrive chi l’ha conosciuta. Da questo volto ricostruito verrà ricavato un busto che l’anno prossimo verrà donato a Vigolo Vattaro.

Infine monsignor Lauro Tisi ha riassunto i temi toccati dagli interventi, concentrandosi sulla «memoria»: «Stiamo perdendo la memoria - ha detto Tisi - che non è fatta di rievocazioni e riesumazioni del passato ma deve essere un volano per inventare e rilanciare il futuro. La vita di Santa Paolina è stata caratterizzata dalla sofferenza, causa ancora oggi di emigrazione: ma la sofferenza deve portare a riscoprire la solidarietà. Dobbiamo tornare a parlarci ed essere solidali, a prendere in mano la nostra vita. L’Europa oggi è sorda, non ascolta quello che accade, è senza obbedienza, è in mano agli eventi. Se non saremo capaci di tornare a sorridere siamo destinati ad implodere».
Argomenti questi toccati anche durante l’omelia nella messa serale, celebrata dal vescovo assieme a numerosi altri sacerdoti nella piazza antistante la casa natale di Santa Paolina.
Il vescovo si è soffermato anche sulla carità, dote particolare di Santa Paolina, che non è solo azione in sé: «Dobbiamo svuotarci per poter essere liberi di donarci agli altri, senza metterci in mostra, e prendere esempio dai santi».

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