Zeni sulle guardie mediche: «Non si torna indietro»
Un sistema sanitario provinciale più razionale e coordinato, ma anche territori di montagna dove sono venuti meno preziosi presidi medici (guardie mediche), non sostenuti da adeguati accessi e risorse.
Tanti i numeri forniti martedì sera dall’assessore provinciale alla salute Luca Zeni alle 200 persone presenti al centro congressi di Baselga. Dati e cifre del sistema sanitario trentino (sostenuto da 1,22 milioni di euro pari ad un quarto del bilancio provinciale), ma alla base anche della riduzione dei presidi di continuità assistenziale (guardia medica), passati in Trentino da 34 a 21 sedi (costo medio di 220 mila euro annui). Una riduzione che ha visto accorpare nell’ambulatorio di Pergine (dove operano due medici dalle 20 alle 8) i presidi prima attivi nel Pinetano e a Levico, con una media attuale di 0,8 accessi all’ora e 9,5 per turno.
«In Trentino sta aumentando il numero degli anziani non autosufficienti (sono 17.500), delle patologie croniche e delle demenze senili (oltre 8.000 e con 200 nuovi casi all’anno) - ha spiegato l’assessore Zeni - oltre all’efficiente sistema di urgenza-emergenza e dei servizi accentrati di alta qualità, sul territorio vanno mantenuti servizi diffusi per intercettare un numero sempre maggiore di anziani, soggetti con disabilità o non autosufficienti».
Difficile quindi tornare alle «tradizionali» guardie mediche (a loro sostegno la Lega Nord Trentino ha raccolto a Pinè oltre 525 firme), mentre la sanità trentina punta su altre vie. «Abbiamo garantito 21 presidi di continuità assistenziale in Trentino, ma il servizio va cambiato e razionalizzato - ha precisato Zeni -: stiamo promuovendo le aggregazioni e collaborazioni tra medici di base, gli infermieri di comunità e il coordinamento tra strutture residenziali o protette delle stesse Comunità di Valle (con unico punto d’accesso), con l’attivazione di una nuova auto-sanitaria in Valsugana».
Tante le domande del pubblico tra cui gli interventi critici del sindaco di Segonzano, il farmacista Pierangelo Villaci (in sala con i colleghi di Baselga e Bedollo e molti amministratori), e del giovane titolare della Farmacia Morelli di Baselga.
«Abbiamo valutato la proposta del comune di Baselga di attivare un medico turistico - ha concluso Zeni -: negli ultimi anni le richieste a Pinè sono state ridotte (90 nel 2015 a ma scese a 36 lo scorso anno) con una media di 0,5-1,5 casi per turno: cifre che da sole non giustificano il servizio».
«L’incontro ha messo in luce le caratteristiche del sistema sanitario trentino e i servizi previsti nel pinetano (il nuovo centro medico di via del 26 maggio) - ha spiegato il sindaco di Baselga Ugo Grisenti - appare difficile la sostenibilità di un ulteriore medico per i turisti, ma è auspicabile più sinergia e collaborazione tra i nostri medici di base, garantendo la reperibilità anche il sabato».
Cifre, numeri e tagli della spesa sanitaria trentina che non sembrano soddisfare la percezione di salute e benessere nella gente delle vallate.