San Patrignano venduto: sarà un centro anziani
Nuova vita per il grande complesso di San Patrignano, a Castagnè San Vito: voci sempre più insistenti infatti darebbero ormai per conclusa (salvo alcuni dettagli burocratici) la vendita dell’immobile a una cordata di imprenditori della zona di Rimini, dove nel 1978 fu fondata e ha tuttora sede la Comunità San Patrignano, proprietaria delle strutture che sovrastano il lago sulla collina della Marzola.
La trattativa pare si sia conclusa con una cifra attorno a 1 milione di euro, con una svalutazione importante quindi sia per la grandezza dell’immobile (che oltre al grande edificio della Comunità conta anche terreno e una dependance più piccola) sia anche per il potenziale della costruzione.
La vista da lassù infatti cattura tutta la zona del lago e la capacità ricettiva della comunità era di un centinaio di ragazzi. Si parla al passato però in quanto, com’è noto, dal 2014 la sede centrale di San Patrignano decise di chiudere la sede distaccata a San Vito, mantenendo comunque attivo nel perginese il solo progetto di pet-therapy «Cani da vita». È grazie al mantenimento di quest’attività, con pochi ragazzi, se la struttura si è «salvata» dal deperimento e dai vandali: infatti, è sempre stata abitata da minimo tre persone, tre custodi che hanno permesso che nessun atto di vandalismo venisse perpetuato all’immobile.
Una sorte ben diversa del vicino complesso degli Artigianelli, a Susà, o di Villa Rosa, che ancora reclamano una degna presa di posizione da parte dell’ente pubblico per deciderne il futuro: questi due immobili, infatti, versano ancora nella più totale incuria e desolazione, quasi del tutto compromessi dal passare del tempo e dai vandalismi.
Recentemente, e con una somma ingente, l’immobile di San Vito ha visto inoltre la sistemazione della copertura, con la posa di un nuovo manto in rame. A parte alcune suppellettili che, alla chiusura nel 2014, vennero spostate per essere riutilizzate altrove (cucine e teatro-chiesa in particolare), tutto il resto sostanzialmente è ancora al suo posto.
Quale futuro, quindi, per il complesso di San Vito, con un potenziale ricettivo di più di 100 persone? Nulla che potrebbe far trasalire i perginesi ed in particolare gli abitanti della frazione: l’immobile, quando venne costruito, per la sua cubatura necessitò di una deroga urbanistica, ma finora nessuno in Comune ha fatto richiesta di un cambio di destinazione d’uso. Che rimarrà quindi quello di «servizi alla persona»: pare infatti che sia intenzione degli acquirenti quella di convertire la costruzione in casa di accoglienza per anziani.
Non una casa di riposo vera e propria, ma un luogo dove ci sia la possibilità di soggiornare, svolgere attività, sempre comunque con il supporto anche di operatori sanitari.
Gli abitanti di San Vito, appreso della trattativa in corso grazie ad un’informativa del rappresentante frazionale Sandro Gretter, hanno accolto la notizia con cauto ottimismo, sostenuto dal fatto che verrà garantito un futuro all’immobile che ormai fa parte della comunità, con tutta la sua eredità storica, di volti di persone, di storie, di successi e insuccessi passati per quelle stanze e per quegli spazi.
Interessato dell’evolversi della trattativa per il futuro del complesso, ovviamente, è anche il Comune di Pergine: «L’amministrazione comunale - spiega il sindaco Roberto Oss Emer - è sicuramente favorevole a una riconversione della struttura ed è disponibile a esaminare eventuali richieste di modifiche o revisioni della destinazione urbanistica che deve comunque tenere conto del contesto in cui si trova, sia in relazione alla viabilità che ai servizi in genere. Direi che una destinazione assistenziale, ricettiva o alberghiera sarebbe la soluzione ideale che non solo non sconvolgerebbe la frazione, ma potrebbe incentivare tutte quelle attività agrituristiche che sono presenti in zona».
Prossimamente, comunque, si potrà capire meglio come intenderanno agire i nuovi proprietari.