Da Villa Rosa parte la sperimentazione di un assistente virtuale in casa
L’ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine si conferma sempre più come un polo di eccellenza nella riabilitazione e un centro di sperimentazione medica e tecnologica.
È dell’anno scorso l’avvio del centro Ausilia, per migliorare l’autosufficienza di persone che, per qualche evento traumatico e non solo si trovassero in difficoltà a muoversi nell’ambiente domestico; è di qualche giorno fa (l’Adige di lunedì 15 ottobre) la notizia che la giunta provinciale ha decretato che Villa Rosa ospiterà un centro per il trattamento di gravi patologie neuromuscolari e neurodegenerative (l’Azienda sanitaria e l’ospedale, come confermato dal dottor Giovanni Guandalini, hanno tempo 60 giorni per individuare il soggetto con cui stipulare la convenzione, per dare avvio quindi alla sperimentazione di 5 anni); è stato infine presentato ieri, negli spazi ospedalieri, il progetto «Captain» (acronimo di Coach Assistant via Projected and TAngible INterface) che avrà come punto di riferimento proprio il centro Ausilia.
«Captain» è un progetto europeo che vede la partecipazione di 15 partner pubblici e privati, coordinato dall’Università di Salonicco e finanziato dalla Comunità europea nell’ambito del programma H2020: per l’Italia partecipano tre partner trentini, quali l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, il Dipartimento di ingegneria industriale dell’Università degli Studi di Trento, e Social IT, azienda informatica del settore servizi alla sanità.
Il progetto «Captain», che entrerà in sperimentazione dall’anno prossimo, porterà la fantascienza a casa: l’obiettivo infatti è quello sviluppare un assistente virtuale che affianchi la vita quotidiana delle persone anziane, innanzitutto, e che le aiuti anche nei compiti domestici più basilari, una sorta di «consigliere».
Come ha spiegato il dottor Giovanni Guandalini, si tratta di un processo partecipativo: prima di giungere al prodotto funzionante (hardware e software), si cercano infatti volontari con più di 60 anni d’età (per rendersi disponibili basta telefonare al numero 0461/515465) che inizialmente raccolgano i dati della propria routine in appositi diari; la prossima primavera inizierà poi la costruzione degli applicativi tecnologici e infine si procederà con la sperimentazione in due abitazioni. In tutto il processo, tecnici e assistiti avranno infatti incontri periodici.
Il sistema da sviluppare proietterà suggerimenti visivi (con ologrammi) su qualunque tipo di superficie di una casa: queste indicazioni saranno il prodotto degli algoritmi di intelligenza artificiale che processeranno una moltitudine di segnali provenienti da sensori ambientali, che rileveranno anche la gestualità della persona, riconoscimento vocale e di emozioni.
«Si tratta di una tecnologia non invasiva - ha spiegato il dottor Giandomenico Nollo di UniTn - che permette di vivere bene nella malattia, garantendo autonomia e indipendenza». Una tecnologia che, ed è stato ribadito più volte durante la presentazione, non vuole sostituire l’apporto di un medico, infermiere o altre figure sanitarie. Sarà invece un valido aiuto che permetterà alle persone di poter permanere più a lungo nelle loro case, anche in vista di un trend che vede la popolazione anziana in costante aumento.