La pista ciclabile in via Regensburger utilizzata come parcheggio
Parlare a Pergine di «pista ciclopedonale» equivale a calpestare un vespaio: chi pro, chi contro, attualmente è uno di quei temi che dividono l’opinione pubblica, anche se due dei tratti più lunghi della città (quello di viale Venezia e di via Regensburger) sono ancora in fase di completamento.
Manca davvero poco perché il tratto di via Regensburger, realizzato dall’impresa Anderle Michele, sia completato: un tratto di circa 600 metri che collega via Marconi con viale dell’Industria e che ha reso la strada un po’ più stretta, con il rifacimento del marciapiede a monte e la pista ciclopedonale a valle, di larghezza di 2,70 metri a raso con la carreggiata. Il costo totale è ammontato a circa 185 mila euro.
Alle ultime battute anche i lavori per la ciclopedonale di viale Venezia: realizzata dall’impresa Zampedri Lorenzo, per un costo complessivo di 226 mila euro, è lunga 650 metri ed è in parte con fondo di cubetti di porfido ed in parte di asfalto, è rialzata rispetto alla carreggiata rispetto alla quale è protetta anche da artistici pannelli in acciaio corten. Il cantiere è ora giunto all’intersezione con via Molin del Palù, tratto in cui la pista si collegherà con l’esistente, che corre dietro la stazione di servizio di via al Lago.
Ma appunto, come si diceva, i lavori devono ancora essere completati e il tema è più scottante che mai. Diventa bollente se, come ci segnalano alcuni lettori, la pista di via Regensburger, invece che essere a disposizione di pedoni e ciclisti, diventa parcheggio. Il fatto si è già ripetuto due volte nell’arco di una settimana, e coincide con la conclusione delle attività degli scout che trovano posto nell’edificio della Provvidenza, nel tratto iniziale della via.
In un mondo in cui la frenesia, a volte smisurata, ci vorrebbe far arrivare ovunque e subito a bordo delle nostre comode macchine senza fare un briciolo di fatica, alcuni genitori (non scriviamo tutti, per rispetto di quanti osservano le buone norme di comportamento) che si recano a prelevare i loro pargoli al termine di un pomeriggio con gli scout perginesi, invece che parcheggiare l’auto nel vicino parcheggio alla rotatoria con via Marconi, preferiscono usare la nuova ciclopedonale come comodo parcheggio per le macchine, oltre che occupare tutto il «golfo» per la fermata degli autobus.
Un lungo «serpente» di auto parcheggiate in fila indiana, a volte (anche ironicamente verrebbe da dire) con le quattro frecce accese, che occupa tutta la pista per diverse decine di metri e impedisce, di fatto, il transito a pedoni, ciclisti e soprattutto a disabili o persone con passeggini, costretti a dover percorrere un tratto sulla carreggiata stradale.
E va sottolineato che il parcheggio, che il sabato pomeriggio o la domenica (giorni in cui si sono verificati questi episodi) è gratis anche per gli stalli blu, dista 80 metri, con ancora disponibilità di posti mentre i genitori si premuravano di parcheggiare ordinatamente le loro macchine una dietro l’altra, in un luogo che, però, dovrebbe essere destinato ad altro.