Il mercato dei tamponi falsi: denunciato a Pergine un infermiere, aveva 120mila euro in contanti
Secondo l'accusa certificati di positività o negatività a seconda della richiesta. Ora rischiano anche i clienti. L’ambulatorio al Palazzetto era aperto sette giorni su sette
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PERGINE. Carabinieri e guardia di finanza hanno posto sotto sequestro a Pergine quello che, secondo l'accusa, era una sorta di "mercato" dei tamponi per la valutazione del Covid-19 e delle relative certificazioni.
Nell'ambulatorio allestito presso il Centro sportivo, una struttura accreditata con l'Azienda sanitaria, secondo l'accusa si poteva ottenere la certificazione, di positività o di negatività, a secondo dei bisogni, senza sottoporsi al test. Il titolare dell'attività è un infermiere che ora deve rispondere, tra l'altro, di un'ipotesi di corruzione.
Per questo stesso reato, potrebbero finire nei guai tutti i clienti che, specie al mattino presto, affollavano l'ambulatorio non per sottoporsi al tampone ma per ottenere la certificazione «a richiesta». Il centro lavorava a pieno regime: venivano registrati centinaia di test al giorno. Gli investigatori hanno sequestrato 120 mila euro in contanti in banconote di vario taglio. Il sospetto è che il denaro sia frutto dell'attività illecita.