Altopiano di Piné in lutto, addio al “maestro” Luciano Andreatta: diresse il coro Abete Rosso
Per molti anni si è dedicato alla formazione di numerosissimi bambini e ragazzi che, grazie a lui, hanno imparato a suonare la fisarmonica, il pianoforte, la chitarra ed il canto
BEDOLLO. «La comunità di Bedollo e dell'Altopiano di Piné perde una persona speciale, che ha saputo fare della sua passione per la musica uno strumento di legame con i giovani, portando e facendo crescere una cultura musicale popolare unica nel suo genere». Sono le prime parole espresse in un post dal sindaco di Bedollo Francesco Fantini.
La triste notizia della scomparsa di Luciano Andreatta di 79 anni, persona molto conosciuta sull'Altopiano, si è diffusa molto velocemente. Era stato uno dei protagonisti del complesso degli "Sgangherati", direttore del coro "Abete Rosso" e dei cori parrocchiali di Piazze e di Regnana, Miola, Rizzologa, e Baselga di Pinè.
Inoltre, per molti anni si è dedicato alla formazione di numerosissimi bambini e ragazzi che, grazie al maestro Luciano Andreatta, hanno imparato a suonare la fisarmonica, il pianoforte, la chitarra ed il canto.
Il sindaco lo ricorda quando «gli è stato riconosciuto il premio di "Pinetano dell'anno" e con la sua umiltà ha mostrato tutta la timidezza e l' imbarazzo nell'accettare questo riconoscimento istituzionale. Ti devo tanto, caro Luciano, conclude con affetto il sindaco, personalmente ma anche come collaboratore nelle proposte culturali e musicali locali».
«Parlare di Luciano Andreatta è come parlare dell'evoluzione di una comunità poiché con lui si è evoluto il canto corale alla messa a Piazze e poi in diverse parrocchie». Lo ricorda così Giorgio Andreatta ex presidente del coro "Abete Rosso". Entrato nel coro nel 1977, Luciano nel 1980 diviene maestro fino al 1990, in cui assume la direzione Fabio Svaldi. Luciano torna alla direzione dal 2012 fino al 2018, quando abbandona il coro per motivi di salute. Dal 2018 la direzione del coro viene assunta dal maestro Samuele Broseghini.
«Con Luciano - continua Giorgio Andreatta - ho vissuto una vita insieme, a parte il periodo in cui era emigrato in Svizzera negli anni Sessanta. Però quando veniva a trascorrere le ferie a Piazze non c'era una giornata che il complesso degli "Scantinati" formato da lui, Dina, Ivo ed io non suonasse alla sera nella piazza di Piazze, seduti su una scalinata o "nell'ara" dell'Ivo. Io conservo di lui il ricordo di amico, di aiuto nei consigli per condurre la presidenza del coro per 29 anni. Molte volte, durante le discussioni dell'attività, si proponeva da paciere per dirimere attriti o discussioni accese per la conduzione del coro o per le scelte delle canzoni. Luciano è un amico di profonda saggezza che non smetteremo di ricordare perché è dentro di noi».