Pergine, tenta la rapina ma viene messo in fuga da due anziane
Il 33enne è accusato di rapina e minaccia aggravata, avendo in ambedue i casi brandito un coltello da cucina per intimorire le donne. Quest’ultime, con encomiabile sangue freddo, sono riuscite ad allertare i familiari e mettere il ladro in fuga
PERGINE. Ha tentato dapprima di rapinare una novantenne dopo essersi introdotto nella sua abitazione, a Pergine. Poco dopo, si era finto un dipendente dell'Azienda sanitaria per entrare in casa di una settantaquattrenne. In entrambi i casi, un uomo di 33 anni, di etnia sinti e residente in Trentino, era stato però messo in fuga dalle anziane, che non si erano perse d'animo reagendo all'istante.
Una dose non comune di sangue freddo, anche perché in entrambi i casi, dopo essersi rapidamente aggirato per gli appartamenti delle vittime, il malvivente aveva preso un coltello dai cassetti della cucina, per minacciare le donne. I due gravi episodi, erano avvenuti nel giro di poco più di mezz'ora alla fine dello scorso mese di novembre.
Giovedì mattina (22 dicembre), al termine di un delicato e non facile lavoro di indagine, i carabinieri della compagnia di Borgo sono riusciti ad arrestare il presunto responsabile, eseguendo la misura di custodia cautelare in carcere emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trento.
Quel venerdì, il 25 novembre, verso le 11.45 i carabinieri avevano ricevuto la segnalazione di un tentativo di rapina messo a segno pochi minuti prima in una abitazione di Pergine. A chiamare il 112 era stata la figlia di una novantenne, che aveva spiegato come la madre avesse trovato l'uomo in casa, riuscendo a fuggire dall'abitazione dopo che questi aveva impugnato un coltello per intimarle di consegnargli denaro e oggetti di valore.
Le ricerche del rapinatore, da parte dei carabinieri del radiomobile della compagnia di Borgo e dei militari della stazione di Pergine, erano scattate immediatamente. Poco dopo, tuttavia, verso le 12.30, era arrivata un'altra segnalazione: un uomo si era finto un addetto dell'Azienda sanitaria entrando nella casa di una settantaquattrenne e minacciandola, sempre con un coltello preso in casa, per ottenere contanti e gioielli.
A quel punto i militari hanno intensificato le ricerche, anche se per qualche giorno l'uomo sembrava essere riuscito a far perdere le proprie tracce.Dopo aver raccolto le testimonianze delle due vittime e di altre persone che avrebbero potuto incontrare il trentatreenne, è stato grazie a un paziente lavoro di esame delle immagini delle telecamere di sorveglianza sia pubbliche che private delle vicinanze delle due abitazioni finite nel mirino dell'uomo, che i carabinieri hanno iniziato a seguire la pista giusta.
È stato poi necessario un ulteriore lavoro di indagine per dare un nome a quel volto immortalato dalle telecamere per poi raccogliere tutti gli elementi necessari per ricondurre al trentatreenne entrambi gli episodi. Una volta che le risultanze del lavoro dei militari dell'Arma hanno acquisito la necessaria solidità e i dubbi sulla paternità delle due rapine sono stati fugati dagli elementi raccolti, l'autorità giudiziaria ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che è stata eseguita ieri mattina.
Durante le indagini, tra l'altro, è emerso come il trentatreenne, senza fissa dimora e già noto alle forze dell'ordine per numerosi reati commessi in passato, avesse anche avanzato richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza.
Il provvedimento restrittivo emesso dal giudice per le indagini preliminari è stato eseguito dopo che i militari dell'Arma sono riusciti a individuare l'abitazione nella quale in questo periodo si trovava il trentatreenne, operazione che si è rivelata non semplice e che ha impegnato i carabinieri valsuganotti per qualche giorno, prima di riuscire, giovedì 22 dicembre, a bloccare e arrestare il malvivente. È accusato di rapina e minaccia aggravata.