Droga nei parchi pubblici e vicino alle scuole: verso il processo la banda dello spaccio
La svolta nel settembre scorso, dopo due anni di indagini dei carabinieri per intercettare e fermare il "giro" di sostanze stupefacenti che secondo l'accusa era gestito da sei presone (tra i 22 e i 46 anni) residenti fra Pergine, Baselga di Piné e Tenna
L'OPERAZIONE Spaccio di droga in pieno giorno a Pergine: sei persone denunciate
IL BLITZ Piantagioni e 8 chili di marijuana nelle case di Trento, Povo e Caldonazzo
PERGINE. Droga ceduta nei parchi pubblici di Pergine e nei pressi delle scuole: ci sono voluti due anni di indagini per intercettare e fermare il "giro" di sostanze stupefacenti che ruotava attorno alla terza città del Trentino e che era gestito da sei soggetti residenti fra Pergine, Baselga di Piné e Tenna.
Concluse le indagini nell'autunno scorso, il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio.
L'udienza preliminare di mercoledì è stata rinviata per consentire il rinnovo di due notifiche non corrette, dunque la scelta di rito viene spostata in autunno.
Si va verso il patteggiamento per la maggior parte dei sei indagati (fra cui una ragazza) che hanno fra i 22 ed i 46 anni.
L'accusa è di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio.
L'indagine dei carabinieri della compagnia di Borgo Valsugana, con il coordinamento del pm Davide Ognibene, era partita nella primavera del 2020 e ha portato complessivamente al sequestro di oltre due chilogrammi di stupefacenti di vario tipo. Imponente il traffico di hashish (i carabinieri sono riusciti a intercettarne un chilo) e di marijuana (poco più di 500 grammi), ma nel corso delle operazioni sono stati sequestrati anche tre etti e mezzo di cocaina, qualche grammo di eroina e 12 grammi di ecstasy.
Il gruppo gestiva un "supermercato dello spaccio" con la disponibilità di qualsiasi tipo di sostanza stupefacente: bastava che il cliente ordinasse ed era subito servito.
Fra i consumatori sono stati identificati anche molti giovani della zona.
Le perquisizioni a casa degli indagati hanno portato al rinvenimento di una pistola calibro 7,65 con un caricatore da 10 colpi e altri cinque proiettili calibro 38. Gli accertamenti effettuati dai carabinieri hanno escluso che l'arma sia stata utilizzata per commettere reati in periodo recente e anche in passato.
Ma si tratta pur sempre di una pistola detenuta illegalmente e che comporta un'ulteriore denuncia per il soggetto che la nascondeva.
Dall'indagine è emerso che a gestire l'approvvigionamento dello stupefacente ed a coordinare i "collaboratori" che piazzavano la droga a Pergine era il più "vecchio" del gruppo, un 46enne italiano.
Gli uomini del capitano Alfredo Carugno hanno smantellato l'associazione grazie ad un attento controllo del territorio e attraverso l'aiuto della tecnologia, con intercettazioni telefoniche e ambientali.