Pergine, la disperazione di un artigiano: «Cerco casa da mesi, sono esausto»
In tutta questa vicenda il paradosso è lampante: «Il lavoro non mi manca, ho diversi cantieri aperti, ma non riesco a concentrarmi con questo peso sulle spalle. Ora abbiamo dovuto spostarci da parenti che ci stanno offrendo degli spazi temporaneamente: ho gli attrezzi da una parte, il frigo da un'altra, gli effetti personali in un'altra casa ancora. Così è insostenibile»
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PERGINE. «Sono stato sfrattato, ma ho sempre pagato l'affitto. Sono un artigiano, libero professionista, ma da un anno sto cercando casa disperatamente e non trovo nulla. Non ho più le forze, ditemi cosa devo fare». Da pochi giorni Daniel (nome di fantasia per tutelarne l'anonimato, ndr), 42 anni, è uscito definitivamente dal suo appartamento a Pergine Valsugana, dove risiedeva insieme alla sua famiglia da oltre 10 anni: accanto a lui, sua moglie e i suoi figli di 10 e 12 anni e i genitori anziani. Il suo è un grido di aiuto per riuscire a uscire da un incubo che gli sta prosciugando ogni energia.
Una storia che non risulta essere nuova purtroppo sul panorama trentino, ormai afflitto dalla piaga dell'emergenza casa, e che si va ad aggiungere all'infinita lista delle persone inserite nella cosiddetta "fascia grigia", ossia coloro che presentano un reddito superiore a quello che consente di ottenere un alloggio Itea, eppure non sufficiente per trovare una soluzione sul mercato privato.
Lo scenario prospettato a Daniel, reo di non riuscire a trovare un alloggio adeguato nonostante due stipendi (il suo e quello di sua moglie, aiuto cuoco in un locale della zona), è la «divisione del nucleo famigliare»: «Così mi è stato detto dagli assistenti sociali, ma questa per noi non può essere la soluzione. Sto sottraendo l'infanzia ai miei bambini che si ritrovano alla loro età a uscire da scuola e chiedermi se ho trovato casa. Non è possibile».
In tutta questa vicenda il paradosso è lampante: «Il lavoro non mi manca, ho diversi cantieri aperti, ma non riesco a concentrarmi con questo peso sulle spalle. Ora abbiamo dovuto spostarci da parenti che ci stanno offrendo degli spazi temporaneamente: ho gli attrezzi da una parte, il frigo da un'altra, gli effetti personali in un'altra casa ancora. Così è insostenibile». Setacciare annunci su internet, rivolgersi ad agenzie immobiliari e conoscenti - tentanto anche la classica formula del passaparola - non ha sortito alcun effetto e proprio per questo l'imprenditore è ricorso agli organi politici. Il caso quindi è passato prima tra le mani del sindaco Roberto Oss Omer, per poi finire sul tavolo di Piazza Dante.
«Qualche settimana fa ho chiesto aiuto direttamente all'assessore Marchiori per capire come dovevo muovermi. Ancora nessuno però sa darmi risposte. Il mio non vuole essere un attacco a nessuno, vorrei solo trovare una soluzione».
Nell'attesa il 42enne, che mai si sarebbe aspettato di trovarsi in una simile situazione, lancia un appello: «Se qualcuno avesse delle soluzioni o una casa da poter affittare si faccia vivo. Siamo semplicemente esausti».