Arco: Silvia Girelli, 24 anni assessore con 10 preferenze

Alcuni hanno polemizzato per il numero «esiguo» di preferenze personali, altri invece hanno apprezzato molto la «coraggiosa» decisione di Alessandro Betta: sta di fatto che la giovane Silvia Girelli da qualche giorno fa parte della giunta arcense. Un volto nuovo per la politica locale che ha la possibilità di mettere in atto quello che ha studiato nel proprio percorso formativo e scolastico. Silvia Girelli si è diplomata al Liceo scientifico «Galileo Galilei» di Trento, prima di laurearsi alla facoltà di sociologia di Trento con tesi sui servizi socio assistenziali

di Roberto Vivaldelli

Alcuni hanno polemizzato per il numero «esiguo» di preferenze personali, altri invece hanno apprezzato molto la «coraggiosa» decisione di Alessandro Betta: sta di fatto che la giovane Silvia Girelli da qualche giorno fa parte della giunta arcense. Un volto nuovo per la politica locale che ha la possibilità di mettere in atto quello che ha studiato nel proprio percorso formativo e scolastico. Silvia Girelli si è diplomata al Liceo scientifico «Galileo Galilei» di Trento, prima di laurearsi alla facoltà di sociologia di Trento con tesi sui servizi socio assistenziali. Ha poi proseguito gli studi e ha conseguito poi una laurea magistrale, dove si è specializzata altresì su temi ambientali, con tesi dal titolo «educare a una gestione dei rifiuti sostenibile, la differenza si fa in classe». A lei abbiamo rivolto le nostre domande sui suoi primi giorni di mandato, sui primi passi che intenderà compiere, sui giovani, sull'ambiente, il sociale.


A qualcuno non è piaciuto il fatto che lei è stata nominata assessore con poche preferenze personali. Cosa ne pensa?  
«Le capisco ma Betta mi ha nominato come assessore esterno – spiega – è una scelta "tecnica" che mira alle competenze. Io credo che il sindaco con questa decisione abbia invece dato un bel messaggio a tutti i neo-laureati della zona».
 

Assessora a 24 anni. Se lo sarebbe mai immaginato?  
«Il mio professore di sociologia dell'ambiente mi aveva parlato di questo progetto "Arco Bene Comune", e mi aveva contatto per avere una risorsa in più. Inizialmente ero molto scettica sulle liste e sui partiti, poi le cose si sviluppano con il tempo, ho trovato un bel gruppo, entusiasta e con tanta voglia di fare. Certamente non me l'aspettavo, il mio obiettivo iniziale era quello di dare il mio contributo, poi è successo tutto nel giro di pochi giorni. L'incontro cruciale ovviamente è stato quello con il sindaco; un bellissimo colloquio».
 

Sono i suoi primi giorni nell'esecutivo. Sensazioni, timori, metodo di lavoro...  
«Sto avendo molti incontri con i dirigenti per capire cosa si sta facendo e comprendere i vari aspetti: prendo molti appunti e studio. Per la verità, di studiare non ho mai smesso».
 

Ci sono persone che le danno una mano per questi primi passi?  
«Sì, Massimiliano Floriani mi ha dato la sua piena disponibilità. C'è da sottolineare che ha fatto un buon lavoro e non sono qui per "stravolgere" nulla, ma per continuare un percorso. Poi certo, con il tempo darò la mia impronta, ma è ancora presto».
 

Parliamo di ambiente e di raccolta differenziata. La soddisfa la raccolta attuale? Si può migliorare?  
«In realtà, come Comunità Alto Garda e Ledro, abbiamo una percentuale tra le più basse della provincia; come comune di Arco, siamo messi meglio da quel punto di vista. Chiaramente ci sono delle problematiche che vanno risolte, legate in particolar modo al turismo. Sono favorevole al porta a porta spinto, dato che rappresenta la soluzione migliore secondo molti studi, compreso quello del dipartimento di ingegneria dell'università di Trento. Poi bisognerebbe cercare di uniformare, almeno nei comuni limitrofi, il metodo di raccolta».  

 

Come agirebbe nel futuro al riguardo?  
«Bisogna riuscire a "cambiare" la mentalità, partendo dai bambini e dalle scuole. È necessario, a mio avviso, intervenire sull'"atteggiamento eco-sostenibile"».
 

Politiche giovanili. Crede che manchino dei luoghi di aggregazione per i giovani?
«Bisogna prima di tutto ascoltarli e capire eventuali criticità; penso al nuovo centro giovani come luogo dove i ragazzi possano fare piccole esperienze d'impresa».
 Politiche sociali: le sue priorità .
«Indubbiamente il progetto più importante rimane "l'intervento 19"».

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