Contro afa e stress, tutti alla "Madonnina"
Da anni il trampolino preferito dai giovani della zona ma anche delle valli e città vicine
Il primo, vero caldo. L’estate, quella solo intravista lo scorso anno, che avanza. E il lago. Invitante. Sulle spalle, nove mesi di scuola, duecento giorni di libri, interrogazioni, verifiche. Da smaltire.
Ecco dunque che il Garda - così come tanti altri specchi trentini - diventa ogni giorno che passa sempre più irresistibile, tanto da attrarre sulle sue sponde sia la gioventù altogardesana che quella delle valli o delle città vicine. Ad esser presi d’assalto, soprattutto nei fine settimana di luglio e agosto, non sono però solo le spiagge più gettonate o le insenature più isolate, dove recuperare dello spazio per distendersi al sole, ma anche i punti del litorale più conosciuti dai quali potersi cimentare in salti e tuffi. Tra questi, lo slargo del capitello della "Madonnina" sulla statale tra Riva e Torbole è indubbiamento il luogo di ritrovo favorito, soprattutto dai giovani, dal quale lanciarsi. Un salto di sei metri, l’adrenalina che pompa in corpo e una frazione di secondo per ritrovarsi sott’acqua. Poche bracciate per raggiungere le rocce e da lì risalire.
"Qui non è tanto alto - commentano indicando la ringhiera a lato della ciclabile Alex, Daniele, Doro, diciassettenni di Rovereto, sul Garda per divertirsi e trascorrere una giornata lontana dal “forno” cittadino - ma il fondale sotto è piuttosto profondo. Quindi non c’è il rischio di farsi del male. Cosa diversa se ci si tuffa dal capitello vero e proprio, sotto il quale c’è una cengia rocciosa. Lì è pericoloso".
Perché lo fate? "Per l’adrenalina, per sentire le farfalle nello stomaco" - la risposta di Alex, "Io invece mi tuffo perché può essere un modo per attaccar bottone con le ragazze tedesche" - la replica di Doro. Non sono pochi infatti i turisti che, imitando i giovani del posto, si portano alla "Madonnina" e a loro volta si cimentano nel brivido del salto.
"Il momento più brutto è forse quello dell’impatto con l’acqua, che non sempre è calda - continua Alex -: prima dei temporali dell’altro giorno era di 22°, ma poi è scesa a 16°. Pure la risalita dalle rocce non è cosa semplice, anche se comunque divertente". Giù e su per tre, quattro volte, poi tutti a prendere il sole in spiaggia. "Io soffro di vertigini - conclude Cristiana, l’unica della combriccola a non confrontarsi nel tuffo - quindi mi limito a guardare gli altri mentre lo fanno".
La gente passa, a piedi o in bici. Qualcuno si ferma a guardare, applaude. Altri filmano l’impresa. Altri ancora tirano dritto, attenti più al traffico che non alle acrobazie degli intrepidi bagnanti. E la «Madonnina», ogni giorno di sole, veglia.