Il caso Pedergnana scompiglia il Patt
Giorni particolarmente cupi per il Patt dell'Alto Garda e Ledro. Perché, se le dimissioni irrevocabili di Carlo Pedergnana da presidente hanno messo in subbuglio il partito a livello provinciale, non si può dire che sul piano locale le ripercussioni non ci siano state. Tutt'altro. Come si ricorderà, la vicenda riguarda le foto in cui Pedergana fa il saluto fascista e bacia una cartolina di Mussolini, vicenda esplosa a soli quattro giorni dalla elezione alla presidenza degli autonomisti nel congresso che ha cofnermato Franco Panizza segretario
Perché è proprio l'Alto Garda il territorio in cui ora il partito autonomista deve fare i conti con delle frizioni interne sempre più pesanti e allarmanti, delle vere e proprie «correnti» che stanno polarizzando il dibattito all'interno degli autonomisti.
Di questo si è discusso, e di tutta la vicenda che ha portato prima all'elezione di Pedergnana alla presidenza del partito provinciale e alle successive dimissioni, nel corso della riunione di direttivo svoltasi ieri sera che ha coinvolto le sezioni altogardesane del Patt. Presente anche il senatore e segretario Franco Panizza.
Difficile pensare tuttavia che le tensioni si possano facilmente archiviare dati gli ultimi accadimenti.
Anche perché c'è chi, come il giovane Andrea Marcolini , ha già deciso di rassegnare le proprie dimissioni dal direttivo di Arco seguendo l'esempio dell'onorevole Mauro Ottobre . Dimissioni che potrebbero presto sopraggiungere anche da un'altra dozzina di militanti da tutto l'Alto Garda; sempre che il «congedo» forzato di Pedergnana non abbia dato luogo a qualche ripensamento.
«Credo in una politica pensata per il bene della comunità - scrive Andrea Marcolini nella lettera inviata l'altro ieri al direttivo - e non approvo il fatto di manovrare le persone come pedine per meri giochi di potere. Come osservatore degli ultimi eventi non mi sento rappresentato da persone che non condividono i miei stessi valori quali l'amicizia, la lealtà e la coerenza».
Ma non c'è solo il fronte politico interno a destare preoccupazione. Dalle opposizioni si alza infatti la voce polemica del Movimento Cinque Stelle, il quale invoca le dimissioni dell'autonomista anche da vice-presidente della Comunità Alto Garda e Ledro: «Depositeremo una mozione - spiega il consigliere comunale arcense Giovanni Rullo - in cui chiederemo al sindaco e alla giunta di prendere una posizione netta in merito, al fine di ribadire i valori dell'antifascismo.
Impegniamo altresì il sindaco Alessandro Betta a chiedere ufficialmente al presidente della Comunità Mauro Malfer di revocare la nomina di Pedergnana. Se l'imbarazzo, come è stato definito, vale per un vertice di partito, non capiamo perché ciò non valga anche per un ruolo amministrativo. C'è una sorta di incompatibilità, a nostro avviso. Faccio notare inoltre l'incomprensibile silenzio del Pd di Arco sulla vicenda, immerso in un silenzio tombale, e non allineato con lo sdegno manifestato dai loro colleghi provinciali di partito».
Solidale è invece il vicesindaco di Arco Stefano Bresciani : «Umanamente mi dispiace perché Carlo è un amico ed è una brava persona - chiarisce - politicamente ne ha preso atto e ha fatto quello che doveva fare».