I progetti per l'ex Cattoi di Riva del Garda

L’area ex Cattoi è una cicatrice nella città di Riva ed ora che il giudice del fallimento ha fissato per il 26 ottobre la seconda asta con «vendita senza incanto» il dibattito su cosa farne è entrato nel vivo. Il nuovo prezzo per i pregiati 19 mila metri quadri di viale Rovereto e fascia lungo-lago è di 6 milioni 609 mila euro (il valore della perizia iniziale era di 8,812 milioni di euro), che potrebbe scendere ulteriormente in caso di un unico compratore al prezzo shock di 4 milioni 959 mila euro.
 
«È un prezzo indiscutibilmente interessante - sottolinea Stefano Santorum dell’opposizione - specie se comparato ad uno degli ultimi acquisti del Comune, un campo sportivo a Varone preso a un milione 24 mila euro. In questo caso però bisogna avere le idee chiare su cosa fare: la mia proposta è di coinvolgere il comparto industriale tramite un azionariato diffuso, chiedendo alle aziende come Aquafil, Arcese, Cartiere del Garda, Cartiere Fedrigoni, Dana, di compartecipare all’acquisizione e alla riqualificazione dell’area tramite una fondazione. A questo punto nella zona ex Cattoi, rivisitata in forma di architettura industriale, potrebbe nascere un polo d’innovazione come H-Farm, la “fabbrica” di start-up che servirebbe da volano per le industrie. Sarebbe bello suggellare così il patto tra aziende, turismo e territorio che ha funzionato così bene in questi anni». 
 
Quanto ai ricavi e al turismo, «solo con i parcheggi si potrebbeo recuperare oltre 200 mila euro all’anno», e nella zona ex Miralago si può pensare a «qualcosa dedicato allo sviluppo, come corsi universitari di marketing turistico, scuole estive internazionali, corsi brevi, alta formazione, grazie anche ai fondi europei e magari inserendo un ristorante gestito l’istituto alberghiero»
 
Voce ai cittadini è invece l’ipotesi proposta da Franca Bazzanella, che dice: «Per quell’area ci vuole un progetto serio fatto coinvolgendo i rivani». L’acquisizione - aggiunge - va fatta attraverso l’azionariato popolare, e poi con un serio percorso partecipativo vanno individuate le ipotesi di sviluppo. Si tratta di un’esperienza già sperimentata con successo in altre regioni d’Italia, e che vede l’esprimersi delle idee e poi un percorso di sintesi».
 
Flavio Prada, dei 5 stelle, sostiene che «è difficile commentare perché le Informazioni sono poche e oscure» e che «la destinazione industriale è stata un’errore storico». «Comunque - riprende - si deve fare di tutto perché l’area finisca in mano alla collettività, con la Provincia impegnata nel finanziamento visto che il denaro per altre imprese, come i 12 milioni di euro per il teatro, si sono trovati. Poi si può pensare ad una cordata, un pool tra privati e comune, ma il comune deve fare da traino». Quanto all’idea di sviluppo, Prada precisa: «Anziché villette e appartamenti, si può puntare ad un centro benessere sotterraneo, con un bel parco verde a livello, così da potenziare il turismo anche fuori stagione».

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