La comunità cattolica saluta don Giovanni Binda
«Grazie». È questa la parola che ieri ha risuonato con maggior frequenza nella chiesa dell’Assunta di Riva del Garda gremita come non mai per il commiato a don Giovanni Binda, per sedici anni apprezzato decano. Espressioni di ringraziamento sono venute dai rappresentanti della comunità cristiana nei confronti del decano e lo stesso sentimento di gratitudine è stato il motivo ricorrente proposto nei suoi interventi dal pastore che lascia, per raggiunti limiti di età (75 anni) e per una nuova articolazione dell’organizzazione pastorale della nostra zona disposta dall’arcivescovo Tisi.
Apprezzamento, riconoscenza, stima: la cerimonia religiosa di ieri, aperta a momenti di condivisione umana e civile, è stata gioiosa, scandita dagli applausi, segnata dai gesti di fratellanza come quello che ha visto don Giovanni scendere dall’altare e percorrere l’intera navata, a stringere le mani di una moltitudine di fedeli nel “segno della pace”. Un gesto che ha avuto il significato di un abbraccio per la fine di un percorso, con qualche rimpianto com’è naturale, ma con la consapevolezza che questi sedici anni sono stati produttivi, importanti ed intensi per il rapporto che ha legato il decano ad una comunità che si è sentita in sintonia, apprezzata, guidata ed amata.
Questo, al di là delle parole e della liturgia, il significato di una cerimonia e di una giornata destinate a restare impresse nella storia della parrocchia rivana. Tutto si è svolto nel migliore dei modi a testimonianza della cura con la quale questo momento è stato preparato. La chiesa gremita ha accolto la processione che, alle 10.30, ha fatto il suo ingresso dalla porta principale. Con don Giovanni, i chierichetti e gli scout, i sacerdoti che hanno preso parte alla celebrazione, don Aurelio Cimandon, padre Franco Pavesi, don Michele Vulcan e don Mattia Vanzo, al quale ora spetta l’impegnativo compito di traghettare la parrocchia fino all’arrivo del nuovo sacerdote, don Dario Silvello, previsto per domenica 23 ottobre.
Claudio Molinari, già sindaco e senatore, ha dato voce, con il suo intervento, ai sentimenti della comunità rivana. Molinari ha lodato la continuità con la quale don Giovanni ha saputo operare nel solco segnato dai suoi predecessori, ha ricordato la preziosa opera del pastore in ogni ambito, dall’oratorio, al coro, alla Caritas, alle catechiste, all’azione cattolica, ha espresso apprezzamento per l’impegno per il restauro ed il decoro dell’Assunta e per l’intervento in corso all’Inviolata. La voce forte di don Giovanni ha dato spessore ai concetti che ha espresso nel suo intervento, all’insegna della gratitudine più sentita. Ha ricordato il significato positivo di quello che è stato un percorso di crescita, nella fede e nella dignità, reso possibile dal camminare assieme in sintonia, con l’orgoglio dal non aver mai, come ha ricordato, litigato con nessuno.
E’ stato un percorso di fraternità, senza contrasti per l’uomo del dialogo a salutare il quale ieri erano presenti il sindaco Mosaner e altri rappresentanti dell’amministrazione comunale. Don Giovanni ha voluto quindi rivolgere un pensiero grato ad alcune percorse che gli sono state particolarmente vicine: la sacrestana Norma, Angela Falena, Gino Peroni, Franco Santi e la collaboratrice Anna Maria Pezzè. Al termine della cerimonia a don Giovanni è stato consegnato un trittico con la rappresentazione artistica delle tre chieste al centro della sua cura pastorale.