Gita scolastica troppo cara «Così ci vanno solo i ricchi»
Anni or sono in quinta elementare al massimo si poteva sperare di andare un giorno a Trento, a Rovereto o a Bolzano.
Oggi ecco invece che c’è chi programma una gita di due giorni a Torino, un’uscita che per quanto interessante ha i suoi costi, e la cosa crea qualche malumore e qualche protesta tra quei genitori che devono fare i salti mortali per far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese.
Per questo il papà di un bambino che frequenta la classe quinta delle «Nino Pernici» di Riva ha preso carta e penna e si è rivolto al nostro giornale, per protestare contro «quegli insegnanti e quei rappresentanti che - scrive il genitore in questione - non hanno nemmeno lontanamente preso in considerazione che nella scuola pubblica bisogna prima di tutto prestare attenzione alla situazione economica delle famiglie con un reddito molto basso».
Il programma della gita di due giorni nel capoluogo piemontese prevede una spesa di 147 euro a testa, che sarebbero diventati effettivamente 177 se non fosse stato per i 30 euro a bambino accantonati dal precedente anno scolastico.
«Naturalmente le altre sezioni della scuola non hanno aderito - fa sapere il genitore - ritenendo assurda questa proposta». Il genitore che ha deciso di denunciare la cosa racconta di aver provato a contattare il dirigente d’istituto «per chiedere un intervento al fine di garantire pari diritti a tutti imponendo un tetto di spesa molto più basso. Anche perché - osserva - se si fosse fatta una gita di un solo giorno sarebbe bastato il fondo cassa accantonato e l’uscita sarebbe stata più idonea a bambini di 10 anni».
«Questa situazione - prosegue la nota - crea un problema economico a famiglie numerose come la mia e un disagio ai bambini che per questo motivo non potranno partecipare. La scuola pubblica non dovrebbe assecondare i capricci di pochi benestanti (dato che le altre sezioni si sono dissociate) ma considerare in primis le famiglie con un basso reddito».