Zeni: «Più risorse per ospedale e anche alle cliniche private»
È arrivata a stretto giro di posta la difesa dell’assessore provinciale Luca Zeni dopo le accuse dei consiglieri Ravagni e Todeschi sul presunto smantellamento del comparto sanitario, ospedale di Arco in primis, nell’Alto Garda.
«Per l’ennesima volta - afferma Zeni - c’è chi sceglie di alimentare falsi allarmi e sfiducia, dimostrando disprezzo prima ancor che nei confronti delle istituzioni, nei confronti degli operatori e della loro professionalità».
Zeni quindi snocciola tutta una serie di numeri che a suo dire testimoniano l’impegno e l’attenzione della giunta provinciale verso la sanità altogardesana.
«Le risorse complessive - scrive ancora l’assessore - sono cresciute passando dai 35 milioni del 2015 ai 36,290 milioni dell’anno successivo. Gli accessi per prestazioni specialistiche ambulatoriali anche, dai 30.518 del 2016 ai quasi 36 mila dell’anno scorso. Idem quelli al Pronto Soccorso passati dai 15.396 del 2016 ai 15.521 del 2017».
L’assessore sottolinea anche che l’attività ortopedica «è stata potenziata con il nuovo ambulatorio ortopedico-traumatologico», «è stato introdotto il centro per l’andrologia e - prosegue Zeni - l’unità operativa di cardiologia di Rovereto e Arco garantisce la presenza cardiologica ad Arco dal lunedì al venerdì».
Sul punto nascite l’assessore mantiene il punto: «La comunità medica e scientifica è concorde nell’evidenziare come la riorganizzazione della rete dei punti nascita sia funzionale all’implementazione della sicurezza per madri e nascituri. Le scelte sulle pochissime proroghe sono concesse da un comitato tecnico nazionale, non compete alla politica, nè nazionale, nè provinciale, nè locale, compiere le valutazioni tecniche sulla sicurezza di madri e nascituri».
Per il pronto soccorso attualmente sono operativi 6 medici su 7 della pianta organica «ed è in fase di programmazione il raddoppio dei posti letto dedicati all’osservazione breve (da 2 a 4)». Infine le strutture private accreditate: «Il budget complessivo - osserva Zeni - è aumentato passando da 24 milioni 330 mila ad oltre 26 milioni di euro».