Chiude lo «storico» Zamboni3 Web batte negozio «elegante»
Chiude il negozio Zamboni 3, quello che si affaccia su Foro Boario. Abbigliamento di qualità, un fiore all’occhiello per Arco: abbasserà le serrande il 15 maggio.
È un negozio che ha fatto la storia del commercio della cittadina. Carlo Zamboni, 71 anni, e la moglie, Marisa Pederzolli, cambiano vita: «Potremo pure fare i nonni in santa pace o no?» scherza il titolare.
E con Zamboni 3 se ne va un pezzetto di quella Arco seria e per bene, che ha sempre fatto del rispetto del cliente e delle persone la cifra del proprio lavoro. Se ne va senza debiti e senza rimpianti. È anche la fine di un’epoca, segnata, oggi, dall’arroganza di chi si prova i vestiti in negozio e poi li compera allo stesso prezzo online; dalla crisi finanziaria e dal giogo del debito pubblico che arricchisce i poteri forti ma tartassa i commercianti onesti e i clienti di tutti i giorni; dai centri commerciali che uccidono i centri storici; da una burocrazia asfissiante e da una cultura del vestirsi che si è andata modificando.
La storia della famiglia Zamboni e dell’abbigliamento nasce lontano; occorre scavallare due secoli per approdare al 1897 quando la ditta Zamboni di un omonimo prozio dell’attuale Carlo, aprì un negozio sotto i portici, in piazza ad Arco, dove se ne sta fiero ancora oggi.
Da allora ad adesso le diverse ramificazioni della famiglia aprirono ArredoCasa in via Santa Caterina, un negozio di intimo, Bimbi moda e uno in via Segantini nel 1965 che poi venne trasferito dove appunto ora c’è Zamboni 3.
«È stato mio prozio Carlo ad avviare l’attività - racconta affabile il pronipote - non era un negozio di abbigliamento, allora non ne esistevano, vendeva tessuti, era una merceria. Poi con la stoffa si andava dal sarto che ti faceva il vestito su misura. Proseguirono l’attività mio padre, Vittorio, e i suoi fratelli, Francesco e Giovanni. Ho iniziato da ragazzo in via Segantini assieme a mio cugino Enrico». Le prime confezioni, i vestiti già pronti, da provare e comperare, così come siamo abituati da decenni, «arrivarono a metà anni Sessanta con la famosa Marzotto. Quando ci trasferimmo qua a Foro Boario - ricorda - sembravamo fuori dal mondo, il centro era in via Segantini... ora il centro è nella Busa: i centri commerciali hanno svuotato i centri storici».
Il mondo dagli anni Sessanta è cambiato, si è doppiato il millennio: oggi si compera anche online e «l’online incide parecchio - ammette Zamboni - e capitano situazioni che verrebbe da ridere ma che denotano quanto siano peggiorati i tempi. Entrano, ad esempio, in negozio clienti, soprattutto donne giovani, che si provano i vestiti, le scarpe... guardano se gli abbinamenti vanno bene, si fanno i selfie per le amiche, tengono impegnata un’addetta per un’ora per poi annunciare: “Ora vado e me lo compero online”. E teniamo presente che il prezzo su internet e in negozio sono uguali. Questa è la stupidità di oggi e la mancanza di rispetto».
No, lavorare così non è nemmeno divertente per Marisa e Carlo, che hanno una storia di fatiche oneste ma anche di soddisfazioni, di riconoscimento che è sempre venuto dagli abitanti di Arco. Lavorare per andare in pareggio ha poco senso. «Non di solo pane vive l’uomo» sorride Carlo.