La scelta di Chiara: la Sfuseria mette al bando la plastica
«Volevo creare un luogo dove fare qualcosa di immediato per l’ambiente: meno rifiuti e spesa più consapevole», questa l’idea con la quale Chiara Santini, 31 anni, ha aperto, a gennaio 2018, un negozio tutto particolare, La Sfuseria - la scelta ecologica in via Santa Caterina ad Arco: una “bottega di prodotti sfusi, selezionati, sicuri per le persone e per l’ambiente” per ”una spesa senza imballo”.
Ci si trova riso, quinoa, cous cous, miglio, pasta, farine, avena, farro, curcuma, rosmarino... insomma cereali, legumi, paste e spezie di tutti i tipi ma senza essere impacchettati; sfusi, da prendere da un dosatore e mettere in un sacchetto di carta oppure in un contenitore portato da casa e tarato prima. Negozi di questo tipo ce ne sono già in Italia e in Europa.
La plastica inquina: è un problema planetario. La si trova ovunque, sul greto del fiume Sarca, sulle spiagge caraibiche, a chili nella pancia delle balene, microparticelle sono inghiottite da animali, ci sono immense isole galleggianti negli oceani. Ogni giorno l’umanità consuma un’enormità di questo materiale, la spesa al supermercato ce ne porta una quantità inesauribile in casa che poi viene buttata. Il problema è talmente vasto che occorre una rivoluzione culturale.
«Con questo negozio vorrei proporre - spiega Chiara Santini - oltre a dei prodotti selezionati anche un risveglio ecologico. Vorrei piantare il seme della domanda, della curiosità nelle persone. Qua si impara a vedere il cibo in maniera diversa, non avvolto da pacchetti colorati e dalle etichette pubblicitarie; qua lo trovi al suo stato naturale».
Laurea triennale in scienze naturali a Genova, Santini è stata anche animatrice scientifica ed educatrice ambientale, e la sua vita è sempre stata legata alla natura e alla salvaguardia ambientale. Una volta rientrata nell’Alto Garda «mi mancava la concretezza; e allora ho pensato di aprire La Sfuseria: sono stata a Torino dove un negozio simile esiste da 12 anni; non ho voluto appoggiarmi al loro franchising ma sviluppare un progetto mio. È stato faticoso ma ci sono anche molte soddisfazioni. Cerco prodotti locali, di coltivazioni biologiche o naturali. In negozio ho anche plastica ma alcuni sono in bioplastica, per gli altri sto lavorando con i produttori per arrivare a un confezionamento ecocompatibile. In Germania c’è una cultura più avanzata, lì per esempio il vuoto a rendere è prassi».
L’obiettivo è evitare la plastica e lo spreco, si compera quello che serve. «La consapevolezza sta crescendo - osserva Santini - fare spesa da me vuol dire cambiare abitudini, a casa si tengono i prodotti nei vasi di vetro, la spesa è più controllata e più funzionale».
La Sfuseria propone anche biocosmesi e detersivi senza derivati da petrolio; offre anche serate interessanti, ad esempio, sull’autoproduzione di bevande vegetali come latte di avena, di mandorla o di riso o produzione di barrette o crackers, «cose semplici da fare in un quarto d’ora», o come leggere le etichette o sugli oli essenziali».
«La mia è una ricerca e un’evoluzione continua; è il bello di questo progetto; è una sfida a migliorare, a cercare nuove vie. Non è facile ma sono incoraggiata dalle persone; ogni giorno ne arrivano di nuove, vogliono mangiare sano, si chiedono da dove arrivi un prodotto, se sia necessario un contenitore: sono fiduciosa, il negozio va bene, le prospettive sono buone, c’è molta sensibilità sull’argomento».stis