Imparare a far sorridere Arco, corsi per i volontari
Sono studenti, operai, albergatori, commercianti e pensionati provenienti da diverse aree del Trentino. Tutti uniti da un’unica vocazione, quella del volontariato sociale, a favore soprattutto dei piccoli pazienti dei reparti di pediatria negli ospedali trentini.
«Cuore per un sorriso» è il nome del progetto nato informalmente nel 2010 e costituitosi ufficialmente in un’associazione nel gennaio 2018. Circa 60 persone, tra cui una importante componente di altogardesani - almeno una decina - che hanno deciso di spendere il proprio tempo libero a far sorridere i bimbi ricoverati, con una media di circa 45 uscite all’anno, in strutture sparse su tutto il territorio trentino, ma non solo.
«Abbiamo dedicato i primi anni di attività alla formazione dei volontari - racconta Maurizio Ferro, presidente dell’associazione - nel 2012 abbiamo iniziato ad operare sul campo e siamo entrati in un primo ospedale. Dopo pochi mesi, il 20 maggio dello stesso anno, c’è stato il terremoto in Emilia e in quell’occasione la onlus trentina “Aiutiamoli a vivere”, che si occupa da anni di ospitare sul territorio i ragazzi di Chernobyl, ci ha proposto di accompagnarli e portare il nostro sostegno nei campi sfollati. Ogni fine settimana 20 di noi partivano per passare due giorni con chi non aveva più una casa».
«Cuore per un sorriso» non svolge quindi solo attività nei reparti di pediatria ma anche in altre realtà che ospitano persone con disturbi fisici e psicologici, tra cui anche Casa Serena di Cognola gestita dall’Anffas, altri centri per disabili e malati di fibrosi cistica e case di cura per anziani del territorio provinciale. Per entrare a far parte di questo gruppo è necessario frequentare un corso di formazione di tre giorni che l’associazione organizza ogni 2 anni, a cui seguono altri incontri, con l’obiettivo di creare empatia tra i componenti del gruppo, e che si tengono all’oratorio di Arco.
«Il prossimo appuntamento verrà organizzato a novembre 2020. Sono molte le persone che vogliono avvicinarsi al progetto, noi però prima di fargli intraprendere questo percorso siamo sempre molto chiari sul tipo di difficoltà che possono affrontare e sulla costanza che richiediamo. È sicuramente un’attività che richiede impegno, ma ciò che si guadagna a livello personale non è quantificabile».