Garda: più spazi al kitesurf ma i Circoli velici insorgono
Più tempo e spazi per la pratica del kitesurf sul Garda trentino ma la recentissima decisione della Provincia innesca la protesta e il grido d’allarme dei Circolo velici che denunciano (e non è la prima volta) un problema di sicurezza e di convivenza. Sta di fatto che dal 1° gennaio si cambia ancora: con una determina del 28 novembre scorso firmata dal dirigente del Servizio Trasporti pubblici della Provincia Roberto Andreatta, si rimette mano al regolamento che delimita orari, spazi, limitazioni e quant’altro per una disciplina sportiva in forte espansione anche nella parte settentrionale del lago. Ma la stessa determina provinciale non nasconde «le preoccupazioni/contrarietà» dei circoli velici all’ipotesi di ampliamento di questa pratica.
Sta di fatto che il 27 settembre scorso gli uffici provinciali, sollecitati in due occasioni dall’inizio dell’anno dall’associazione AltoGarda Kite di Riva (presieduta da Giovanni Poli), avevano predisposto una modifica del regolamento attualmente in vigore con, sostanzialmente, quattro punti “forti” che di fatto allargano tempi e spazi per la pratica del kitesurf.
Le modifiche principali erano, e di fatto saranno dal prossimo mese di gennaio, quattro: un aumento di mezz’ora il mattino (fino alle 10.30) e mezz’ora il pomeriggio (dopo le 16.30) del periodo consentito durante la stagione estiva; un’estensione dell’area praticabile verso nord per circa un chilometro dopo le ore 18 nel periodo estivo; un anticipo di cinque giorni, al 10 ottobre, delle condizioni invernali per praticare il kitesurf su tutto il lago eccezion fatta per le fasce costiere di 200 metri; e infine un aumento da 12 a 16 metri al secondo della velocità massima del vento consentita per la pratica di questa disciplina. A quella proposta, sostenuta dall’AltoGarda Kite, i presidenti di cinque sodalizi avevano replicato entro il 15 ottobre scorso, termine per le osservazioni, sottolineando la mancanza di «alcuna ragione di sicurezza o di buon senso per una rivalutazione del caso». Giancarlo Mirandola (Fraglia Vela Riva), Carlo Pompili (Circolo Vela Arco), Gianpaolo Montagni (Circolo Vela Torbole), Mario Folgheraiter (Lega Navale Italiana) e anche Armando Bronzetti (Circolo Surf Torbole) rimarcavano come le modifiche richieste, proposte e ora accettate dalla Provincia «mettono a rischio la sicurezza degli utenti del lago e le manifestazioni sportive che hanno reso il Garda trentino un’attrattiva mondiale».
Tra l’altro, fanno presente alcuni di loro, all’inizio dell’anno gli stessi Circolo velici avevano chiesto allo stesso assessore allo sport Roberto Failoni di non modificare ulteriormente il regolamento per il kitesurf. Ricevendo, peraltro, assicurazioni in tal senso.
Risultato, dal 1° gennaio 2020 si cambia ancora e gli amanti di vela e tavola volanti avranno più tempo e spazi più ampi per sbizzarrirsi con la loro disciplina preferita e questo anche perché «la pratica sportiva del kitesurf - si legge nel documento provinciale - è in continuo sviluppo con un costante incremento sia del numero dei praticanti che di quelle delle associazioni sportive iscritte al Coni».
«La situazione sul lago è già critica, è come una piazza già troppo affollata. Questo provvedimento mina la sicurezza di tantissimi utenti» sottolinea Paolo Matteotti, vicepresidente della Fraglia Riva. «Provvedimento sbagliato, può creare problemi di sicurezza - incalza Carlo Pompili, presidente del Circolo Vela Arco - Nel Garda trentino non può starci dentro tutto».