I rivani e la Ponale Una notte per 600
L’undicesima edizione della «PoNatale», brillante acronimo che unisce Ponale e Natale coniato dai volontari del «Comitato Giacomo Cis» è stata l’ennesima dimostrazione che quella via, quel sentiero o comunque lo si desideri chiamare oggi è uno dei punti di forza del patrimonio del Garda trentino.
Cinquecento, forse seicento persone, ragazzi, adulti, famiglie intere si sono radunate mezzora prima dell’appuntamento fissato per le otto di sera del giorno di Santo Stefano, creando un vero e proprio “affollamento” del tutto imprevisto.
Imprevisto ma, naturalmente, apprezzato da Donato Riccadonna, Lodovico Tavernini e Mauro Zattera, i tre “narratori” del comitato che poi hanno accompagnato in gruppi “ridotti” di sessanta, settanta persone lungo i tornanti della vecchia strada che collegava Riva alla valle di Ledro fino alla famosa Tagliata del Ponale, laddove i partecipanti hanno ricevuto in cambio un pezzo di pandoro o panettone, del brûlé caldo, bibite o un bicchiere di bollicine rigorosamente trentino “doc”.
Mezzora prima, si diceva, l’ingresso alla Ponale brulicava già di persone in attesa del via ufficiale, automobili parcheggiate ovunque (sarebbe stato opportuno, magari, ma è il senno di poi ne siamo consapevoli, pensare ad un collegamento con uno o due bus da qualche parcheggio adibito allo scopo, eventualità che, speriamo, possa accadere per l’edizione 2020) sulla statale, tantissimi quelli arrivati a piedi dalla città che, immaginando, hanno preferito lasciare a casa la macchina. Ma ascoltando qualche gruppetto c’era gente anche da fuori provincia.
Poi su, lungo il sentiero, alla luce dei telefonini cellulari o delle torce, dentro nei budelli che la grande storia ha scritto su quei tornanti, nelle viscere della roccia, a vedere ed ascoltare, immergendosi coi pensieri in ciò che quegli uomini lassù hanno visto, fatto, vissuto, metabolizzato quando austriaci e italiani si sparavano addosso da quelle fortificazioni. Un brulichio di luci fuori e dentro la Tagliata, la scalinata “principe” della visita che metteva in collegamento la Ponale con la sottostante strada Gardesana e le postazioni lì esistenti, camminando nel fango dei collegamenti finché le scarpe quasi “galleggiavano” sul pavimento reso viscido dalle infiltrazioni d’acqua. Ma, alla fine, tutti contenti di aver visto, chi per la prima volta chi, invece, per l’ennesima quello che con pochi “aggiustamenti” potrebbe davvero diventare un patrimonio culturale immenso per il Garda trentino.
Ricordando che fino all’altro ieri mattina lungo la Ponale sono transitate in totale dal 13 aprile scorso 86.691 persone e 286.119 mountain bike.
L’8 gennaio è convocato in Provincia un tavolo tecnico per decidere come e quando chiudere il sentiero per i successivi lavori. Dovrebbe quindi restare aperta tutti i giorni almeno fino a quella data.