Causa a Mosaner da 20 milioni Citazione di Hager e Signoretti
Che piaccia o non piaccia il dato c’è, a prescindere dalla ragione degli uni o degli altri: mai in Trentino negli ultimi venti, trenta o forse addirittura quarant’anni, il dibattito pubblico di una comunità è stato influenzato in misura così forte come nel caso della Variante 13 e al suo interno del passaggio cruciale riguardante l’area ex Cattoi. Il colpo di scena, nell’aria da alcuni giorni, si è materializzato poco dopo le 18.30 ieri, davanti a 17 consiglieri comunali e una platea di semplici cittadini e rappresentanti di associazioni come non la si vedeva dai tempi dei dibattiti sul destino della Cartiera, roba di una vita fa.
Il sindaco Adalberto Mosaner prende la parola e arriva la bomba, che conferma quanto anticipato proprio da «L’Adige»: «Dopo essermi consultato a lungo con il mio legale di fiducia e con il segretario generale - afferma il primo cittadino - sotto il profilo dell’opportunità, sia personale che del Comune che rappresento, devo dichiarare la mia incompatibilità e mio malgrado devo abbandonare l’aula e non partecipare a questa discussione».
Ma il carico non è ancora completo perché arriva pochi secondi dopo: «A parte gli esposti che non conosco perché non mi sono stati notificati ma di cui sono venuto a conoscenza attraverso la stampa - afferma Mosaner - nei miei confronti, “in proprio e quale sindaco di Riva del Garda”, è stata intentata una causa con una richiesta di risarcimenti danni che supera i 20 milioni di euro».
Il primo cittadino misura bene le parole, non cita mai né il commercialista altoatesino Heinz Peter Hager né l’imprenditore arcense Paolo Signoretti, né la società «VR101214 srl», proprietaria dell’area ex Cattoi nord. Ma l’atto di citazione (che gli è stato notificato il 17 novembre scorso, lo stesso giorno di una tumultuosa riunione della commissione urbanistica che doveva chiudere il punto ma che non approdò a nulla a causa della diatriba Santorum-Campisi) parla chiaro e porta la firma dell’avvocato Natale Callipari del foro di Verona, uno dei legali di fiducia della società trentino-altoatesina. La data della prima udienza in tribunale a Rovereto è già stata fissata: giovedì 14 maggio prossimo.
«Quest’atto - prosegue Mosaner - mi toglio la possibilità di esercitare il mandato politico di sindaco regolarmente eletto dai cittadini. Ed è per questo che con enorme dispiacere devo dichiarare la mia incompatibilità nel trattare il punto all’ordine del giorno. Se poi c’è stata da parte di qualcuno un’interfenza nei pubblici uffici lo vedremo eventualmente in un secondo momento...». Il sindaco e i suoi più fidati collaboratori erano al corrente della cosa da qualche settimana, tanto è vero che l’11 gennaio scorso (giorno di deposito degli atti per la consultazione da parte dei consiglieri), lo stesso Mosaner ha conferito la competenza urbanistica all’assessore Alessio Zanoni. Anche perché nella conta degli «incompatibili» fatta subito dopo le parole del primo cittadino, oltre a quelle conclamate da tempo di Silvano Zanoni (Patt), Stefano Santorum, Silvia Betta (Patt) e Massimo Accorsi (Upt), sono state formalizzate dai diretti interessati quelle del vicesindaco Mario Caproni (anche lui Patt) e Luca Grazioli (Lega). E da 18 consiglieri al via si è scesi a 11, ma la conta decisiva ci sarà stasera, al momento del voto, con lo spettro del commissario che rischia di materializzarsi sempre di più.
Ma ieri sera ovviamente tutti i riflettori erano puntati sulle dichiarazioni del primo cittadino che dopo il suo intervento, nell’atrio e sul ponte della Rocca, ha ammesso di «aver perso in questi mesi ore e ore di sonno»: «Questa vicenda sta segnando me personalmente e la mia famiglia». Viene fuori così che il 7 marzo dell’anno scorso, proprio il giorno seguente la sentenza del Tar di Trento che rispetto al diniego sul piano di comparto presentato dalla proprietà dell’area Cattoi diede ragione al Comune, allo stesso Mosaner venne recapitato un “preavviso” di citazione che in buona sostanza lo sollecitava a cambiare registro se non voleva ritrovarsi sul groppone una causa milionaria come poi è accaduto. Il sindaco e il Pd hanno tirato diritto, perdendo strada facendo pezzi di maggioranza. Adesso lo scontro si è alzato terribilmente di livello. E non è finita qui.