Caritas Arco, col covid il bisogno sociale è esploso
Tanto per dare il polso della situazione e della grave situazione sociale provocata dalla pandemia da Covid-19, è dal 2012 che il Comune di Arco finanzia il Centro di ascolto e solidarietà della Caritas: il primo contributo, quell'anno, era di 5.000 euro, nel 2020 - causa coronavirus - di 60.000 euro.
Come spiega la stessa Caritas decanale nel suo rapporto annuale - presentato ieri pomeriggio in municipio (foto), alla presenza del presidente Romano Turrini, di Italo Santuliana, di Don Francesco Scarin, oltre che del sindaco Alessandro Betta e di Viviana Sbaraini, responsabile Servizio politiche sociali e prima infanzia del Comune di Arco - il Covid-19 ha influito in «modo pesante anche sull'economia, sui bilanci di molte nostre famiglie. Sono venute a mancare occasioni di lavoro, soprattutto stagionale, e così la schiera di bisognosi è aumentata di molto».
Per andare incontro al sempre maggior numero di persone in difficoltà, il Centro di Ascolto e Solidarietà della Caritas di Arco «ha cercato di aiutare il più possibile queste famiglie, in collaborazione con i Servizi sociali e con l'amministrazione comunale di Arco. Sono stati effettuati pagamenti per affitti, bollette luce, gas e acqua, tasse comunali, buoni mensa, spese sanitarie per complessivi 80.000 euro».
Dall'inizio della pandemia, a partire dal 16 marzo, ogni quindici giorni, «sono stati distribuiti a una media di circa 70 famiglie pacchi viveri a lunga conservazione (grazie al sostegno del Banco Alimentare e della Coop Alto Garda)» e «materiale per la pulizia della casa e della persona (raccolto presso il negozio Tigotà)».
Sono stati inoltre forniti a 17 famiglie «pannolini e latte in polvere, appositamente acquistati. Grazie ad una fattiva collaborazione con Arco Noi - sottolinea la Caritas - le distribuzioni avvengono, da qualche mese, presso l'Oratorio S.Gabriele, in un ambiente più ampio e decoroso, che assicura inoltre il rispetto della privacy».
Se la pandemia ha colpito duramente molte famiglie, è altrettanto vero che la comunità di Arco si è dimostrata solidale e generosa: con la donazione di 697 Buoni spesa (da 20 euro ciascuno) da parte di cittadini, sottolinea la Caritas, per un totale di 13.940 euro, «è stato possibile, nel mese di dicembre, acquistare scarpe, vestiti, biancheria intima e per la casa, pentole, materiale scolastico e giochi sulla base delle richieste delle singole famiglie».
Nel corso dell'anno appena trascorso, la Caritas di Arco si è fatta poi carico «dell'assistenza a cinque nuclei famigliari di nomadi», fornendo loro, «oltre che viveri, anche vestiti, pannolini e latte in polvere, materiale scolastico, bombole di gas e il pagamento di farmaci e visite mediche». È stato inoltre aperto, due volte alla settimane, uno sportello presso gli uffici Caritas di piazza delle Canoniche per la compilazione di domande per la richiesta di aiuti economici a «InFondo Speranza», voluto dalla diocesi di Trento.
Ad oggi sono stati attribuiti a 20 famiglie 41.800 euro.
Romano Turrini ha sottolineato come ci sia stata una risposta di «grande generosità» da parte di tutta la comunità di Arco mentre il sindaco Alessandro Betta ha rimarcato il fatto che il Buono spesa, nel quale l'amministrazione comunale ha investito 350.000 euro, si sia dimostrato «una mossa vincente. Metteremo in campo altre iniziative» ha poi assicurato il primo cittadino. «Arco si conferma città della pace e dell'accoglienza». «I problemi economici diventano spesso problemi di altro tipo - ha osservato Don Francesco Scarin -. Il lavoro della Caritas con gli altri enti garantisce quella relazione di ascolto che è fondamentale».