Riva: in azione il killer delle piante: buco con trapano e veleno
Un atto tanto odioso quanto letale. Perché il destino di quel pino marittimo secolare ormai è quasi sicuramente segnato e a decretarne la fine è stata la mano dell’uomo, su questo non c’è ombra di dubbio. Forse esperta, forse anche no, visto che oramai certe “tecniche” sono facilmente reperibili in rete. Sta di fatto che in uno dei quattro grandi pini marittitmi che fanno parte dell’isola verde all’incrocio tra via Ballino e via Fornasetta, alle porte della frazione di Varone, sono stati praticati due fori nel tronco e attraverso questi iniettata una dose di erbicida a base di glifosate, sostanza letale per la sopravvivenza di una pianta. A scoprirlo è stato ieri mattina Mauro Calliari, agronomo e responsabile del verde delle Giardinerie comunali di Riva, dopo la segnalazione di un residente della zona che si lamentava per le condizioni dell’albero e sollecitava il suo abbattimento prima che potessero sorgere ulteriori problemi. Sorpreso da queste parole, ieri mattina Calliari ha deciso di effettuare un sopralluogo e controllare di persona e ha scoperto i due fori, praticamente identici, praticati sia nella parte rivolta a nord-ovest (più in alto) che in quella verso sud-est (più in basso e nascosto). Due fori di circa un centimetro di diametro, realizzati obliquamente dall’alto verso il basso in modo che la sostanza velenosa iniettata potesse scendere e svolgere la sua funzione letale verso le radici della pianta.
«All’inizio della scorsa estate - sottolinea Calliari - avevamo effettuato un sopralluogo specifico a fronte di una richiesta degli uffici provinciali che sollecitavano l’abbattimento dei pini in questione. E a quella richiesta avevamo espresso parere negativo. Tutte e quattro le piante erano in salute, compresa quella che adesso è stata avvelenata. E considerato lo stato di decadimento del pino, direi che quei due fori sono stati praticati a fine estate, inizio autunno, quando con l’accorciarsi delle giornate e la minore irradiazione solare la pianta tende a portare verso le radici il materiale di riserva per “alimentarsi”». Nei prossimi giorni verranno effettuate delle analisi specifiche sulle foglie per individuare con precisione la sostanza usata e le eventuali (ma molto scarse) possibilità di salvare il monumentale pino preso di mira da un killer sconosciuto.
E dopo aver informato dell’accaduto l’assessore competente (Luca Grazioli) già nella mattinata di ieri, la prossima settimana il responsabile del verde delle giardinerie comunali sporgerà formale denuncia contro ignoti alla Polizia Locale. Qualora l’autore dovesse essere individuato, oltre a un eventuale profilo penale dovrebbe risarcire il danno alle casse pubbliche: «Una pianta di quel genere - fa sapere Calliari - ha un valore attorno agli 8.000-10.000 euro».
Il raid scoperto ieri mattina in via Ballino non è una novità assoluta purtroppo a Riva. Tre anni or sono una mano ignota (e sempre rimasta tale purtroppo) prese di mira con la stessa tecnica una grande magnolia nella zona del lungolago. Anche in quel caso vennero praticati alcuni fori nel tronco della pianta e iniettata una sostanza velenosa che ne causò un repentino deperimento e il conseguente, e necessario a quel punto, abbattimento.