Il "figlio del vento" ha superato la crisi: il broccolo di Torbole super richiesto
Con i ristoranti chiusi, i coltivatori hanno trovato nuovi canali di vendita: i risultati sono subito stati incoraggianti
TORBOLE - Dominatore assoluto dell'Òra del Garda, il «figlio del vento» ha fatto proprie anche le raffiche tracciate dall'emergenza. Disperdendo la maggior parte delle pessime previsioni di vendita ipotizzate con l'arrivo della pandemia, il broccolo di Torbole è riuscito a salvare rinomanza e prestigio. Apprezzato dai cuochi locali quanto dagli chef nazionali, l'ortaggio è da tradizione il simbolo con cui la comunità di Torbole e Linfano saluta l'inizio di un nuovo anno con il piede giusto.
Ritrovarsi per celebrare «il figlio del vento», epiteto che richiama la location in cui è coltivato, rappresenta un vero momento di unione e condivisione per i cittadini dell'Alto Garda. Il 19 gennaio 2020 il porticciolo della Casa del Dazio era riuscito a radunare ben 1.300 persone grazie alla «Festa del Broccolo di Torbole». 50 le tavolate che avevano incorniciato i piatti fumanti del prodotto a chilometro zero, un concentrato di proprietà organolettiche e antiossidanti. Le peculiarità antitumorali sono riuscite nel tempo a conquistare la Fondazione «Edmund Mach» di San Michele all'Adige e il «Centro Agricoltura, Alimenti ed Ambiente» dell'Università di Trento. Sebbene sia molta l'amarezza per l'impossibilità di organizzare l'evento territoriale, le aspettative riguardanti l'alimento non sono state disattese.
«Naturalmente una parte delle vendite è venuta a mancare senza la tipica festa - ha dichiarato Francesco Mandelli, del «Comitato» - ma i produttori non hanno registrato una gravosa perdita. Il mercato di alimentari, i negozi d'agraria e le aziende agricole sono riuscite ad evitare il disagio. Deficit che sarebbe potuto diventare grande, vista la scarsità di richieste da parte dei ristoranti, la buona fetta degli acquirenti totali. La chiusura dovuta alla colorazione della nostra provincia, in base ai contagi da Covid registrati, non ha quindi compromesso il consumo dell'ortaggio. Impossibile allestire il pranzo con le tavolate quest'anno. Inoltre, ci avrebbe messi in imbarazzo verso le altre associazioni private delle loro manifestazioni».
La fruizione del prodotto a marchio «Slow Food» è terminata con il mese di febbraio, periodo in cui l'avvicinarsi della primavera porta l'ortaggio a fiorire. Ora dunque è il momento dei conti. La quantità residuale che rimane nel campo oppure resta invenduta può essere sì confezionata in barattoli, trasformata in creme e sughi per condimenti, ma il mercato è minimo e la resa del broccolo perde il suo valore primario. Essenziale la sua fragranza per la consumazione, pregio e limite del broccolo di Torbole.
«Se un coltivatore raccoglie il 65-70% di quanto ha piantato - ha commentato Luca Rigatti, uno dei cinque produttori locali che fornisce una ventina di ristoranti - può essere molto soddisfatto. Fortunatamente grazie alle richieste dei supermercati, abbiamo risposto positivamente. Certo, è innegabile si abbia lavorato meno, ma non abbiamo subìto un'inflessione drammatica. Lo scarto del fiore, che si manifesta con l'arrivo del caldo, viene già messo in conto. Sono contento del riscontro avuto dai privati».