La polemica sul bicigrill del Linfano, dove pochi arrivano in bici, ma tanti in macchina
Associazioni ambientaliste all’attacco: «è diventato un ristorante come gli altri, ma è stato costruito solo grazie a una deroga urbanistica». La replica del padrone: «Ho 19 dipendenti, le auto parcheggiate sono le loro»
ARCO. Se fai un bicigrill in mezzo ai campi, ma poi decine di clienti arrivano in automobile, che senso ha chiamarlo bicigrill? Hai fatto un ristorante e bar come gli altri, ma lo hai potuto fare solo con una deroga urbanistica, solo grazie al fatto che è un bicigrill. E’ il succo del ragionamento delle associazioni ambientaliste che hanno sollevato il caso del Linfano (ma si potrebbe estendere a mezzo Trentino).
Se n’era parlato qualche settimana fa in consiglio comunale ad Arco con un intervento di Chiara Parisi, ma poi sono state le associazioni ambientaliste a sollevare il caso del bicigrill di Linfano e delle troppe auto parcheggiate nell’area da personale e ospiti che non raggiungono la struttura in bicicletta.
«Con il permesso di costruire in deroga il Comune di Arco ha autorizzato alla società “Bike Farm” il cui legale rappresentante è Massimo Amistadi la realizzazione di un bicigrill in località Linfano in area agricola di pregio attigua alla ciclabile che corre lungo il Sarca. Il bicigrill autorizzato prevede un interrato ad uso deposito, un piano terra con superficie lorda coperta di quasi 100 metri quadri, da adibire a punto di ristoro per gli utenti della ciclopedonale con annessi alcuni locali di servizio, e una tettoia aperta di 55 metri quadri. Sulla base degli standard urbanistici erano previsti 3 posti auto, poi diventati 4.
Come è noto la deroga urbanistica può essere concessa dal consiglio comunale solo a fronte di un prevalente e fondato interesse pubblico per il suo rilascio. Nel caso specifico questa si è resa necessaria in quanto la struttura è realizzata in area agricola di pregio, per la quale le norme urbanistiche vigenti concedono solo manufatti ad uso agricolo e opere pubbliche. A suo tempo le associazioni e comitati ambientalisti avevano preso posizione decisamente contraria alla deroga in quanto l’interesse pubblico nel compromettere un’area di pregio agricolo non era dimostrabile dato che a poche centinaia di metri lungo la ciclabile sono presenti altri punti di ristoro. Abbiamo protestato, ma come al solito ad Arco tirano dritto quando si tratta di derogare».
Italia Nostra, Wwf Trentino, Comitato Salvaguardia Olivaia, Comitato Sviluppo Sostenibile e Comitato Salvaguardia area lago, ricordano anche l’inaugurazione «in pompa magna alla presenza del sindaco Betta, del commissario della Comunità Morandi e dell’assessore provinciale al turismo Failoni tutti plaudenti e festeggianti questa brillante iniziativa imprenditoriale. Probabilmente forte di questo avallo politico la proprietà nel corso dell’estate ha trasformato il bicigrill in un vero e proprio ristorante consentendo l’accesso alla struttura dalla strada provinciale, tramite una piccola interpoderale sterrata, a numerosi autoveicoli».
Per le associazioni ormai quello di Linfano è un ristorante a tutti gli effetti che fa anche «concorrenza sleale» alle altre strutture della zona «contando sull’uso, decisamente improprio, di un’area agricola di pregio. Perché chi dovrebbe far rispettare le norme non interviene?».
«Al bicigrill lavorano 19 dipendenti - replica Max Amistadi - le auto parcheggiate sono principalmente le loro. O dovrei assumere solo gente che non ha la macchina? Neppure possiamo vigilare ogni momento su chi arriva in auto, considerando che molti turisti partono poi da qui con le bici. In tutta la zona non ci sono posti auto, né per gli ospiti né per chi qui ci lavora. Che dovremmo fare? Sono il primo ad invitare tutti a muoversi in bici. Sarà capitato che qualche domenica d’estate nel terreno accanto al bicigrill (di proprietà della moglie di Amistadi, e che ospita un’azienda agricola, ndr) ci sia stata qualche auto in più. Per l’anno venturo cercheremo un confronto, ma non posso non far lavorare 19 persone perché non saprebbero dove parcheggiare».
Max Amistadi si toglie anche un altro paio di sassolini: «Ho ricevuto solo complimenti per quello che abbiamo fatto qui. Da tanti. Quanto a Betta non mi ha certo fatto favori, ho anche candidato contro di lui alle elezioni. Lo rispetto come uomo e come sindaco, ma la deroga l’ha votata il consiglio comunale, non certo lui».