Accuse social, il sindaco querela due consiglieri e chiede mezzo milione, ma il giudice li assolve e lui dovrà pagare le spese
Finisce in Tribunale la accesa polemica sulla variante del Prg del Comune: il sindaco Gianni Morandi sconfitto, per il giudice era «partecipazione al dibattito politico»
NAGO TORBOLE. Aveva chiesto un maxi risarcimento di mezzo milione di euro ritenendosi diffamato da alcune affermazioni apparse sui social. Ma alla fine sarà lui che dovrà pagare, fermo restando che c'è un appello già all'orizzonte visto e considerato che il ricorso è già stato presentato.
Non è andata decisamente al sindaco di Nago Torbole Gianni Morandi la causa civile intentata contro i consiglieri di opposizione della lista «Progetto Comune» Eraldo Tonelli e Johnny Perugini. Il giudice del tribunale di Rovereto Riccardo Dies ha respinto la richiesta risarcitoria presentata presentato dal primo cittadino e ha condannato lo stesso al pagamento complessivo a favore dei due querelati di circa 30 mila euro: 5.000 euro a testa per Tonelli e Perugini e altri 18 mila euro (più il 15% di spese generali) a favore degli stessi per le spese legali di lite.
La vicenda giudiziaria nasce dal dibattito politico sulla variante urbanistica oggi depositata in Provincia in attesa del via libera della giunta. Oltre che in aula i consiglieri Tonelli e Perugini avevano sollevato perplessità e dubbi anche su social e blog rispetto alla correttezza dell'operato di Morandi e sulla sua "neutralità", criticando con decisione la mancata astensione «per conflitto d'interessi» del primo cittadino al momento del voto del documento preliminare.
Affermazioni, quelle dei due consiglieri di minoranza, ritenute diffamatorie dal sindaco Morandi che nel gennaio 2020 citò in giudizio i due avversari politici, difesi in causa dall'avvocato Stefano Colla di Rovereto (Natale Callipari del foro di Verona è invece il legale di fiducia del primo cittadino di Nago Torbole).
Nelle motivazioni della sentenza il giudice Riccardo Dies afferma che «l'attività di opposizione sia a livello istituzionale, sia a livello extra istituzionale posta in essere dai predetti - citati in giudizio dal sindaco Gianni Morandi, si è concretizzata e si è sempre mantenuta nei limiti della doverosa, nonché essenziale attività di controllo della minoranza sull'operato della maggioranza. I consiglieri di minoranza, infatti, - prosegue il giudice civile - opponendosi alla deliberazione del consiglio comunale che ha approvato la variante (la n. 13 al PRG), esercitavano il proprio diritto alla partecipazione alla vita politica del paese, svolgendo del tutto correttamente funzioni di interesse pubblico e politico».
Parole chiare che non solo hanno rispedito al mittente la richiesta di maxi risarcimento da mezzo milione di euro ma hanno sancito, seppur al momento solo in primo grado di giudizio, la condanna del sindaco Gianni Morandi. «Il Tribunale con tale decisione - affermano ora in una nota i consiglieri comunali di Progetto Comune - ha confermato il principio di legittimità della critica politica, anche aspra, a condizione che siano rispettati i principi di verità, corretta esposizione formale e interesse pubblico, come nel caso trattato, relativo alle espressioni di critica rivolte all'operato della maggioranza sulla Variante 13 al Prg del Comune di Nago Torbole.
Il Tribunale ha dunque statuito che i consiglieri di minoranza hanno agito nell'ambito della legittima critica politica, con affermazioni "tutte sempre ben ancorate al tema di pubblico interesse"» scrive il giudice Riccardo Dies. La vicenda giudiziaria comunque è tutt'altro che conclusa: Morandi ha già presentato appello (se ne parlerà non prima di febbrario 2022) e chiesto la sospensiva per bloccare l'immediata esecutività della sentenza del tribunale di Rovereto.