Persone / Ricorrenza

Riva, i cento anni del maestro Mario Matteotti, un protagonista della società

Per decenni insegnante elementare, ma è stato sindaco, assessore, fondatore degli Amici dell’Arte, sempre impegnato per il bene della sua comunità anche in anni difficili

di Vittorio Colombo

RIVA DEL GARDA. Mario Matteotti oggi ha compiuto 100 anni. Se c'è un uomo che testimonia con la sua vita lo spirito di un'intera comunità cittadina questo è sicuramente il Mario, da tutti conosciuto come il "maestro Matteotti", con quel "maestro" che è diventato parte imprescindibile di un nome che la storia rivana l'ha fatta, testimoniata e raccontata. Maestro di scuola, educatore amato da generazioni di rivani e, in qualche modo, maestro di vita, nel sociale, nella politica e nell'arte, in quella che è sempre stata la sua missione: lavorare per Riva, per farla più bella, colta, apprezzata. Il traguardo del secolo ne fa un patriarca.

E, scorrendo le sue vicende si va ad anni lontani tragici come quelli della guerra e dei martiri del 1944, ai decenni della ricostruzione e dell'impegno per far rinascere, nella solidarietà, nel benessere nella conquista dei traguardi cittadini.

Se Riva oggi è città orgogliosamente civile lo si deve a uomini come il maestro patriarca Mario Matteotti: un cammino che, dall'individuale, si è fatto collettivo.

Riva riconosce e vuole ringraziare. Oggi giorno del centenario, il Mario non potrà purtroppo essere presente nel cortile della "sua" Rocca perché il Covid, proprio in questi giorni, non lo ha risparmiato. Ma amministrazione comunale ed amici, che avevano promosso l'avvenimento, assicurano che non appena sarà possibile, il momento degli affetti e dei ringraziamenti sarà riproposto.

Il Mario gli snodi storici di intensi decenni li ha vissuti da dentro, non in maniera aristocratica ma esponendosi sempre in prima persona fino a pagare talvolta le conseguenze del suo essere schietto, per niente incline ai compromessi, uomo talvolta scomodo per quel suo incorreggibile vezzo di dire pane al pane, senza mascheramenti o giri di parola. E per avere operato, sempre e comunque, per il bene di Riva, per preservarne lo spirito autentico, scontrandosi talvolta con dinamiche improntate a speculazione e a un uso scriteriato del territorio.

Non furono anni facili quelli che, dal 1980 al 1985, lo videro nelle vesti di sindaco. Furono, come ebbe modo di ricordare, segnati da scontri ideologici estremi, personalismi e amarezze. Restò in consiglio comunale anche nel quinquennio successivo ( sindaco Bassetti) a fianco di un altro uomo simbolo come Egidio Molinari. Entrambi, finita quella legislatura, lasciarono la politica attiva.

Mario Matteotti è nato nel cuore cittadino del Marocco nello stabile del vecchio panificio Bacchi. Sotto c'era il vecchio cimitero ebraico. Primi anni all'Oratorio, nel 1931 fu tra i primi iscritti all'azione Cattolica, nel '44 con don Giovanni Parolari, si mosse con riferimento alle Fiamme Verdi, i partigiani di ispirazione cattolica. Ricorda istante per istante i giorni della liberazione di Riva, l'azione dei partigiani, i molti episodi, per lo più tragici, come quando a fianco di Boesso fu sfiorato da una raffica sparata dai tedeschi da una postazione posta in piazza Catena. Fece le magistrali a Rovereto, quindi nel 1941 iniziò a Varone la sua lunga militanza come maestro elementare. Sposò Mariuccia Cretti nel 1951. L'aveva conosciuta nel 1946 quando con un gruppo di rivani istituì l'esperienza pilota della colonia Sabbioni che, nel corso dell'estate, diede sollievo e pane a 400 bambini.

Mariuccia negli anni a seguire apprezzata insegnante di lettere negli istituti superiori cittadini, alla colonia Sabbioni, si occupava delle bambine.Dall'ottobre del 1945 per tre anni insegnò a Molina di Ledro, trascorreva il tempo libero a far emergere dalle rive del lago i reperti del villaggio di palafitte, che donò successivamente al Museo di Riva. Proprio il Museo fu una delle prime opere legate, per molti aspetti al suo nome. Eletto consigliere comunale per la Dc nel '46, con sindaco Alberti fu assessore alla cultura e all'istruzione e in questa veste sostenne e affiancò l'opera di Giacomo Vittone motore della realizzazione del Museo.

Nacque allora anche il gruppo degli Amici dell'Arte. Fu dunque assessore ai lavori pubblici con sindaco Zeni. In questi anni fu l'artefice dell'esperienza benemerita per la salute di tanti bambini provati dal dopoguerra del Poliambulatorio scolastico e quindi di quella del nido; istituì inoltre le scuole elementari di Campi e S. Alessandro per valorizzare le periferie.

Altri momenti fondamentali di quel periodo furono l'acquisto da privati per uso pubblico dell'Hotel Lido e l'estenuante, delicatissima ma fondamentale per le sorti di Riva, operazione legata all'acquisto dei terreni e alla costruzione delle Cartiere del Garda. In quegli anni Matteotti operava da commissario straordinario (dal '54 al '56) a seguito della crisi della giunta Zeni. L'emergenza che dovette approntare era quella legata al fallimento di alcune aziende e della cartiera Peloso che portò alla perdita del lavoro per parecchie centinaia di operai.

L'arrivo della Cartiera del Garda salvò la città e un migliaio di famiglie.Alla sua iniziativa, agli inizi degli anni Cinquanta, si deva anche la realizzazione delle case popolari, le "case Fanfani" al Rione con un intervento di decentramento che si rilevò lungimirante.

Mario, dal 1941 al 1978, è stato insegnante indimenticabile per generazioni e generazioni di rivani. I suoi alunni gli sono rimasti nel cuore, di quasi tutti ricorda nomi e caratteristiche. Emblematico il fatto che un gruppo di ex alunni ogni anno non manca di festeggiarlo in occasione del suo compleanno.Sono tanti gli aneddoti, i personaggi, le storie: una gran mole di materiale da riempire un'enciclopedia.

Così meriterebbe un capitolo a parte la vicenda legata all'attività artistica, partendo dal 1961 quando iniziò le ricerche su linee, segno e luce servendosi di mezzi poveri e semplici: la penna, lo spazzolino, il chiodo per il graffito su catone, quindi la tecnica dell'inchiostro acquerellato. Poi arrivò l'utilizzo dei colori a olio e a tempera e, per la grafica, la linoleografia.

Sono stati moltissimi i riconoscimenti e il curriculum artistico parla di ben 280 mostre, tra personali e collettive.Mario, da alcuni decenni, trascorre le sue giornate in una dimensione umana semplice ed autentica nella sua casa di via Maso Belli, in mezzo al verde ed a colore dei suoi quadri. Coltiva il gusto della memoria, l'amore per Riva, le sue bellezze e la sua storia. Ha subito con dolore qualche anno fa la perdita dell'amata moglie Mariuccia ed oggi ha ben il sodalizio di affetti garantito da una famiglia forte di cinque figli e di numerosi nipoti.

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