Arriva la conferma: i gabbiani del Garda muoiono di aviaria
“Il rischio per la popolazione in generale è da ritenersi basso. È opportuno tuttavia - ha scritto venerdì sera l'Agenzia tutela della salute della Lombardia in una nota stampa - raccomandare alla popolazione, senza alimentare allarmismi, di evitare il contatto diretto con animali selvatici”
LAGO DI GARDA. Anche i gabbiani morti a Desenzano sono deceduti a causa dell'aviaria. Ne ha dato notizia ieri il quotidiano Bresciaoggi e che ha riportato il responso dell'autorità sanitaria Lombarda, l'Agenzia per la tutela della salute, Ats, che ha fatto fare le analisi sui campioni prelevati dai pennuti morti dall'istituto zooprofilattico della Lombardia con sede a Brescia.
Una dozzina di giorni fa era stato trovato morto un esemplare a Toscolano per il quale l'aviaria era stata confermata mentre per un'altra trentina di decessi tra Desenzano e Rivoltella la conferma è arrivata ieri. La morìa della trentina di gabbiani, parte sulla riva e parte in acqua, era stata scoperta venerdì della scorsa settimana. Ora il numero di esemplari senza vita ha superato il centinaio.
«Il rischio per la popolazione in generale è da ritenersi basso. È opportuno tuttavia - ha scritto venerdì sera l'Agenzia tutela della salute della Lombardia in una nota stampa - raccomandare alla popolazione, senza alimentare allarmismi, di evitare il contatto diretto con animali selvatici, in particolare nel caso appaiano malati, moribondi o siano deceduti e di non provvederne autonomamente all'accudimento o alla raccolta e allo smaltimento delle carcasse. Le segnalazioni di mortalità anomala devono essere fatte alla polizia provinciale e alla Ats competente per territorio. In caso di eventuale contatto involontario si dovrà provvedere a lavarsi accuratamente le mani e a lavare ad alta temperatura (60°C) gli indumenti entrati in contatto con potenziali fonti di contaminazione e si dovranno evitare contatti con pollame d'allevamento nei tre giorni seguenti».
L'aviaria è ormai diffusa in Italia e all'estero, dalla Slovenia all'Argentina, i casi più recenti. «Sono numerose le positività a influenza aviaria ad alta patogenicità da H5n1 - continua la nota di Ats - riscontrate nelle regioni del Nord Est Italia (Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna) in volatili selvatici, tra le quali rientrano i recenti casi di mortalità nei gabbiani sulle rive del lago Garda. La situazione è quindi in linea con i riscontri in selvatici e in allevamenti avicoli in altri Paesi europei e evidenzia, per il comparto zootecnico avicolo, una situazione di rischio elevato di introduzione e diffusione».
L'Agenzia per la salute conclude precisando che «poiché alcuni ceppi di virus influenzali, quali l'H5n1, recano un rischio, valutato comunque dall'Organizzazione Mondiale della Sanità da basso a moderato per gli operatori professionalmente esposti, chi manipola direttamente animali infetti e provvede alla loro raccolta e smaltimento, deve adottare opportune cautele proteggendosi con mascherine che evitino l'inalazione di polveri da feci infette e lavandosi le mani».