A Riva del Garda le biciclette abbandonate possono rinascere rispettando l’ambiente
L'educatore Fabio Carli: «È importante che passi il messaggio che si può riutilizzare». L’iniziativa è portata avanti da «Casa Mia», all’interno del programma “Io ci sono”, grazie al supporto di volontari e un gruppo di ragazzi
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RIVA DEL GARDA. Si chiama Good bike il simpatico progetto di riutilizzo di biciclette messo in piedi da Casa Mia all'interno della programma di Io ci sono. Nel corso di due anni sono una cinquantina le due ruote riparate per essere usate da ragazze e ragazzi di vari centri dell'Apsp (azienda pubblica di servizi alla persona) Casa Mia, dagli educatori, dai volontari e in alcuni casi anche regalate come quest'estate alla Caritas di Riva.
Le biciclette sono state donate da privati che non le usavano più mentre 19 sono arrivate dalla polizia municipale, da quelle ritrovate e non più richieste dai legittimi proprietari. «Nel 2021 avevamo fatto richiesta alla polizia locale per poter avere le bici rimaste in magazzino e non reclamate dai proprietari - ha spiegato ieri Benedetta Zucchelli, referente di Casa Mia - e nel 2022 ne abbiamo ritirate 19. Le abbiamo distribuite sulle nostre varie sedi e abbiamo iniziato ad aggiustarle grazie al lavoro di Fabio e di altri educatori assieme ai volontari di Io ci sono e ai ragazzi inseriti nei servizi di Casa mia».
Le biciclette recuperate sono state destinate a uso interno sia per i gruppi residenziali sia nei centri socioeducativi territoriali ma anche per essere utilizzate durante alcuni eventi dai volontari del progetto o donate «a realtà territoriali o a realtà nazionali che inviano materiale in Africa e in altri stati anche europei». In estate, nel corso del Io ci sono Camp per i ragazzi dai 14 ai 16 anni, «una giornata è stata dedicata al Good bike - ha detto Fabio Carli, educatore di Casa Mia - abbiamo pulito, sgrassato e sistemato la parte meccanica di due bici che poi sono state donate alla Caritas che ne aveva bisogno per delle persone. Per i ragazzi è stato importante sia il lavoro, sia conoscere una realtà come la Caritas».
Gli obiettivi di questo progetto sono «sensibilizzare i ragazzi - ha aggiunto Zucchelli - al recupero degli oggetti ancora funzionanti; favorire un clima di cooperazione; conoscere realtà sociali del territorio; stimolare la capacità di osservazione e di risolvere problemi». In totale di cicli «ne sono stati risistemati più di 50 - ha detto Carli - ed è importante che passi questo messaggio che si può riusare; alcune sono anche state date a delle mamme o ai ragazzi più grandi per recarsi al lavoro. L'officina è itinerante ci spostiamo nei vari centri educativi per le manutenzioni che servono. Il logo, con la bici sulle due "o" di Good bike è stato ideato da Lab 66 di Michele Miorelli».
Ìo ci sono è nato nel 2008 nell'intento di dare «una risposta unitaria e coerente a una realtà che negli anni è diventata sempre più importante. L'aumento delle risorse di volontariato ha reso necessaria l'adozione di prassi comuni a sostegno del volontario, del suo percorso e della sua motivazione. Particolare attenzione negli ultimi anni viene riservata alla promozione del volontariato giovanile, che potrebbe trovare la sua collocazione ideale nel centro giovani. Tra le iniziative del progetto rientrano: incontri con gli studenti nelle scuole superiori, percorsi formativi ed eventi ricreativi rivolti ai giovani, attività a livello territoriale per far conoscere le opportunità di volontariato e altre iniziative del progetto». Con Io ci sono si può fare volontariato, servizio civile o anche tirocini.