La denuncia di una coppia e della Cgil: “Affitti in nero, una piaga nell’Alto Garda”
“La questione degli affitti in nero - spiega Manuela Faggioni, segretaria del sindacato Sunia - non è assolutamente una cosa superata, segnalazioni ne abbiamo ricevute anche a noi. Il proprietario può arrivare a ottenere cifre anche molto importanti. Riceviamo anche segnalazioni di nero per gli affitti agli studenti. Per l'inquilino è un problema”
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RIVA DEL GARDA. Alto Garda sempre più scottante il problema casa: oltre alla carenza di alloggi per residenti e lavoratrici e lavoratori, causato dalla esplosione degli affitti turistici c'è anche il danno arrecato alla comunità dagli affitti richiesti in parte in nero. C'è chi, e siamo nel terzo millennio, affitta alloggi chiedendo una parte di canone in nero. La piaga non è stata estirpata ed esiste sia nelle città universitarie per gli affitti agli studenti, sia nelle cittadine dell'Alto Garda per gli affitti alle famiglie. Ci sono casi, come quello denunciato a L'Adige da una coppia, nei quali qualche proprietario di appartamenti chiede ufficialmente 150 euro di affitto, per un mini da 40 metri quadrati, e 250 in nero pagabili ogni tre mesi.
Questo succede a Riva del Garda dove esiste un ufficio dell'Agenzia delle entrate dove i contratti dovrebbero essere regolarmente registrati e probabilmente anche segnalati gli affitti tanto anomali da dover fare sospettare qualcosa d'altro. In ogni caso la coppia che vive nell'appartamentino, che ha sempre chiesto un pagamento regolare con tutto dichiarato anche per poter accedere all'aiuto affitto della graduatoria Itea, ha sporto denuncia anche alla guardia di finanza di Riva del Garda. Il problema della casa nell'Alto Garda, una questione sociale dirompente, dovuta all'overtourism, agli appartamenti dati in massa in locazione breve ai turisti invece che a residenti o lavoratrici e lavoratori, è dunque appesantito anche da situazioni illecite, di evasione delle normative e al fisco da parte dei proprietari.
Il dramma sociale peraltro non è risolto da Itea che sta mantenendo il pregresso ma nell'Alto Garda non sta creando nuovi appartamenti, ha palazzi enormi fatiscenti con costi di riscaldamento e acqua calda impazziti e impagabili per gli inquilini e non è risolto nemmeno dalla politica che si è trovata spiazzata e impreparata nell'affrontare la questione esplosa negli ultimi anni. Il caso della coppia è deflagrato quando con le pesantissime imposizioni governative anti Covid, l'inquilina si è trovata senza lavoro, visto che operava in campo turistico. Il proprietario di casa però il nero lo voleva ugualmente. Ora, dopo un procedimento giudiziario, la coppia pare venga sfrattata.
«La questione degli affitti in nero - spiega Manuela Faggioni, segretaria del sindacato Sunia Cgil - non è assolutamente una cosa superata, segnalazioni ne abbiamo ricevute anche a noi. Il proprietario può arrivare a ottenere cifre anche molto importanti. Difficilmente le segnalazioni si trasformano in denunce vere e proprie da parte dell'inquilino perché in ogni caso il mercato della casa è talmente bloccato che fanno davvero molta difficoltà. Riceviamo anche segnalazioni di nero per gli affitti agli studenti. Per l'inquilino è un problema; per esempio per i genitori che pagano le rette dei figli studenti, se una quota della retta viene pagata in questo modo magari non possono usufruire di detrazioni.
Per gli inquilini normali c'è il problema che non possono accedere al contributo affitto Itea perché risulterebbe che pagano troppo poco di canone e sarebbero sotto mercato. Chiedere il nero è un reato contro il fisco e contro lo Stato».
Nell'Alto Garda «come Sunia - dice Faggioni - stiamo spingendo molto con le istituzioni sui canoni concordati, Accordi territoriali per i contratti a canone concordati, coi quali inquilino e proprietario si mettono d'accordo: l'inquilino ha una riduzione del canone e agevolazioni fiscali e il proprietario una riduzione dal 21 al 10% della tassazione e agevolazioni fiscali».