Arco, il caso dei "pinch point": saranno sei, poi basta. Stop agli altri otto previsti
Le aiuole per ridurre la velocità delle auto previsti dal Piano di Mobilità Urbana, ma le polemiche divampano e il Comune ci ripensa: la raccolta firme ha già 1600 adesioni
LA PROTESTA. Raccolta firme contro gli spartitraffico
ARCO. La giunta comunale ha deciso. Sui contestati «pinch point», le aiuole spartitraffico al centro del dibattito arcense delle ultime settimane e anche del recente consiglio comunale, verranno completati i sei già presenti in via Capitelli. Per quanto concerne gli altri otto previsti in via delle Monache, via Mantova, e via della Cinta, se ne riparlerà più avanti. Non verranno dunque realizzati nelle prossime settimane come aveva spiegato l'assessore Gabriele Andreasi in consiglio comunale martedì sera. «Riguardo ai pinch point - afferma l'assessore in una nota diffusa ieri pomeriggio - si sta regolarmente procedendo al completamento dei sei già realizzati, mentre per gli altri sarà necessario del tempo e se ne riparlerà un po' più avanti, nel frattempo monitorando la situazione e gli effetti dei primi sei, valutando anche eventuali migliorie costruttive».
A breve, ha affermato, «partirà la campagna comunicativa, che anch'essa contribuirà al cambio culturale necessario per ridurre il traffico in centro e migliorare vivibilità e sicurezza. E al cui riguardo, in particolare all'ideazione del neologismo 'climente', che sta a indicare chi ha a cuore il futuro della propria città e del mondo ed è disposto a impegnarsi concretamente per un vero cambiamento, vorrei invitare tutti a essere climenti».
A margine della seduta di ieri pomeriggio e cogliendo la richiesta del consiglio comunale di un momento di riflessione, la giunta comunale ha discusso il tema dell'attuazione del Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile. Alla seduta erano presenti il sindaco Alessandro Betta con la Giunta al completo e il segretario generale Giorgio Osele. «Una critica che ritengo infondata è soprattutto quella alla mancata partecipazione - spiega l'assessore Gabriele Andreasi - a cui abbiamo invece dedicato un lungo percorso durato un anno e mezzo. Un dato fondamentale da tenere presente è che sia le corsie ciclabili, già diffuse in Italia e presenti, ad esempio, a Trento, sia i pinch point, diffusi da anni nel nord Europa, hanno bisogno di un periodo di tempo di circa sei mesi per poterne valutare correttamente l'impatto sulla sicurezza e sui flussi di traffico».
«Il primo chiarimento: non è assolutamente vero che l'assessore Andreasi sia isolato - dice il sindaco Betta -. La giunta condivide in pieno il Pums e anche a livello di maggioranza registriamo un sostegno convinto che non è venuto meno. Poi vorrei segnalare un elemento di confusione: si tende a mettere sullo stesso piano la polemica politica, per la grandissima parte sostanzialmente acritica e strumentale, alle osservazioni, alle perplessità e alle richieste di chiarimenti di una parte della cittadinanza, che meritano tutta la nostra attenzione».
Detto questo, ha aggiunto, «ne abbiamo parlato e confermiamo in modo compatto quanto già deciso, dato che non sono emersi elementi concreti tali da apportare modifiche. L'attuazione del Pums prosegue, non senza ascoltare tutte le osservazioni che sono arrivate e arriveranno e non senza tenere presente che sono state raccolte delle firme, ma anche ricordando che il senso di questo piano è la sicurezza e la vivibilità del centro della nostra città, cioè un valore che dovrebbe stare a cuore a tutti».
Nel frattempo, la petizione online che chiede la rimozione delle aiuole promossa dai consiglieri di minoranza Oscar Pallaoro, Stefano Tamburini e Stefano Bresciani, prosegue e ieri ha superato le 1600 firme.