Arco, battaglia contro i «pinch point»: assemblea infuocata ma tutti chiedono limiti di velocità
Alla serata, organizzata dal Comune, la maggioranza dei presenti contraria ai dissuasori (che ha raccolto 2000 firme) ma la giunta spiega: «I cittadini vogliono sicurezza, questo tema è diventato ideologico»
LA REPLICA Dissuasori stradali, Andreasi «C'è l'ordinanza»
IL DIBATTITO Dissuasori stradali, chieste le dimissioni di Andreasi
LA PROTESTA Dissuasori stradali, ad Arco si pensa al referendum
IL CASO Inarrestabili le proteste sui pinch point: il primo incidente
ARCO. Folla l'altra sera al Casinò per l'assemblea sul Pums richiesta dai consiglieri di minoranza Stefano Bresciani, Oscar Pallaoro e Stefano Tamburini e organizzata dall'amministrazione comunale. Tema al centro del dibattito che ha coinvolto più di 200 cittadini, i pinch point, aiuole stradali, realizzate in via Capitelli, al centro di una petizione online che ne richiede la rimozione e che ha superato le 2.000 firme.
Gli interventi dei cittadini sono stati preceduti da una presentazione del Pums (Piano urbano mobilità sostenibile) da parte dell'assessore Gabriele Andreasi e dell'ingegner Francesco Seneci della società Netmobility che ha redatto il piano, introdotti dal sindaco, Alessandro Betta.
La stragrande maggioranza della sala si è espressa contro i dissuasori e ha chiesto all'amministrazione comunale di rimuoverli, anche se molti hanno altresì sostenuto la necessità di far rispettare i 30 km/h non solo in via Capitelli ma anche nelle strade del centro urbano. I pinch point sono stati ampiamente criticati non solo dagli automobilisti ma anche da ciclisti e residenti: secondo molti non sarebbero una garanzia di maggiore sicurezza ma un elemento di potenziale pericolosità.
La giunta comunale ha ribadito la decisione di non procedere con l'installazione degli altri dissuasori in via della Cinta e nelle altre vie dove sono previsti e di mantenere quelli sin qui realizzati per qualche mese in via sperimentale per analizzare i dati sul traffico.
Da vari cittadini sono stati proposti, in alternativa ai pinch point, i classici dossi rallentatori che, tuttavia, presenterebbero una serie controindicazioni: come hanno spiegato Andreasi e Seneci sono stati sconsigliati dall'azienda sanitaria per via della vicinanza all'ospedale, poiché creano dei disagi alle ambulanze che transitano su quel tratto di strada. Tantomeno è possibile, secondo quanto stabilito dalle ultime direttive del governo, installare un autovolex su una strada con limite a 30 km/h.
«Non abbiamo molte soluzioni a disposizione - ha spiegato l'assessore Andreasi - peraltro per la larghezza di via Capitelli sarebbe problematico installare dei dossi e l'autovelox non è possibile metterlo secondo le ultime direttive. Per quanto concerne gli altri pinch point, l'idea dell'amministrazione comunale era quella di collocarli sulle arterie che necessitano di interventi di moderazione. Già il fatto che ne abbiamo realizzati alcuni, e non tutti, rappresenta una pausa di riflessione. Non abbiamo un approccio ideologico».
Nel difendere il Pums, il sindaco Alessandro Betta ha sottolineato che l'amministrazione comunale è convinta che il piano «sia fatto bene. In un anno abbiamo avuto 15 incidenti stradali su rutto il territorio, di cui 5 ad Arco, 4 con feriti. L'amministrazione comunale ha ascoltato la cittadinanza alla luce della raccolta firme, tra qualche mese decideremo sui pinch point».
«I ciclisti non si sentono così sicuri nel transitare alla destra del pinch point» ha osservato uno dei cittadini intervenuti durante l'animato dibattito in sala consiliare. «Spesso ai ciclisti viene anche negato il diritto di precedenza, e a quel punto sono costretti a fermarsi e a rischiare di più di quanto non si dovrebbe».
Critiche anche da parte di un'autista degli autobus intervenuta durante la serata: «Tutte le auto che dovrebbero fermarsi per dare la precedenza transitano e noi siamo costretti a fermarci».
«Anziché fermarsi - ha notato inoltre una residente di via Capitelli - molti cercano di accelerare cercando di passare prima, creando così una situazione di pericolo per l'auto che viene dal senso opposto». «Quando si arriva all'ostacolo - ha spiegato un altro dei residenti intervenuti - la prima cosa che si fa è accelerare per superare il pinch point. Si creano poi delle code che anche dal punto di vista dell'inquinamento, non sono il massimo. Non è un rallentamento sano, con una mobilità fluida perché tutti vanno ai 30 km/h».
«Abito in via Capitelli - ha spiegato un altro cittadino - e spero di non dover mai piangere mia figlia morta. Accuso questa giunta di non aver mai fatto rispettare in 15 anni i 30 km/h. È un fatto culturale: dobbiamo abbassare la velocità. Sono anch'io contrario ai pinch pont ma facciamo rispettare i limiti».
Il dibattito.
«Se questa amministrazione non vuole ascoltare noi consiglieri che ascolti quanto meno la cittadinanza. Non è possibile ignorare i continui appelli che emergono dalla comunità riguardo alla rimozione dei pinch point, una richiesta che noi consiglieri stiamo chiedendo a gran voce fin dal principio». I consiglieri comunali del centro-destra autonomista - Stefano Bresciani del Patt, Oscar Pallaoro della Lega e Stefano Tamburini della civica Siamo Arco - promotori della petizione online contro i dissuasori, continuano a chiedere l’immediata rimozione dei pinch point in via Capitelli e il ripristino della vecchia viabilità.
Come sottolineano in una nota, «la volontà espressa dai cittadini è chiara: la sicurezza è un aspetto imprescindibile, sia nell'utilizzo dell'auto che della bicicletta. Sono stati molti gli interventi di cittadini che hanno parlato sia in veste di autisti che in veste di ciclisti e tutti hanno contestato la sicurezza di tali interventi».
È innegabile, proseguono i tre consiglieri di minoranza, «come alcune installazioni si configurino ancora oggi come abusive, una situazione che richiede una pronta e risolutiva azione da parte di questa amministrazione. Non possiamo accettare giustificazioni che minimizzino la questione, come l'invito dell’assessore Andreasi a non focalizzarsi sui cavilli burocratici, ma piuttosto sulla sostanza. Tale atteggiamento è irrispettoso nei confronti di ogni cittadino di Arco, che ha il diritto di pretendere il rispetto delle regole in primis da chi amministra» affermano.
Supportati da un legale, sottolineano, «concluderemo il lavoro di analisi del percorso autorizzativo dal quale parrebbero emergere gravi responsabilità civili e penali e agiremo in conseguenza delle conclusioni nel rispetto degli obblighi che il nostro ruolo ci impone».
Grazie alla raccolta firme e alla voce della gente, spiegano gli esponenti di minoranza, «siamo riusciti a far sospendere l’installazione di tutti gli altri pinch point che dovevano essere già installati nelle altre vie di Arco, ma ribadiamo con fermezza che anche i pinch point presenti devono essere rimossi. Con l’arrivo della bella stagione e il conseguente aumento del flusso di veicoli e di biciclette su tali arterie- concludono i tre consiglieri - tali interventi risulteranno ancora più impattanti sulla vita di chi Arco la vive quotidianamente. Non è possibile complicare la vita dei cittadini».