Scuola / Il caso

Bolognano, una bambina esclusa dallo scuolabus per 25 metri

È il padre a segnalare la situazione giudicata ingiusta in quanto, nonostante non si stia parlando di un tratto di strada particolarmente lungo, si tratta di una via asfaltata ad ampia pendenza che, soprattutto in inverno o nei giorni di maltempo, potrebbe rivelarsi disagevole da percorrere per una bambina di sette/otto anni

BOLOGNANO. Per una questione di numeri, una piccola residente di Bolognano che a settembre comincerà la seconda elementare, non avrà diritto al trasporto pubblico fornito dalla Provincia agli alunni delle scuole dell'infanzia e primaria. L'abitazione della famiglia, sita nella contrada dei "Gazi", dista infatti secondo la PAT solo 975 metri, una distanza dunque inferiore a quel chilometro che farebbe acquisire il diritto ad usufruire del pullmino da casa a scuola e ritorno.

È il padre, Sergio Regaiolli, a segnalare la situazione giudicata ingiusta in quanto, nonostante non si stia parlando di un tratto di strada particolarmente lungo, si tratta comunque di una via asfaltata ad ampia pendenza che, soprattutto in inverno o nei giorni di maltempo, potrebbe rivelarsi disagevole da percorrere per una bambina di sette/otto anni.

In ogni caso, per accertarsi dell'accuratezza della misurazione, Regaiolli decide di ripetere l'operazione di sua mano, munito di odometro e seguendo la traccia del percorso segnalatogli dall'Ufficio provinciale di competenza come «il percorso più breve a piedi, percorrendo strade aperte al pubblico transito». Ebbene, il risultato della misurazione si rivela essere superiore al chilometro: 1043 metri dall'abitazione presa in esame all'ingresso del plesso scolastico di Bolognano.

«Nelle loro misurazioni è stato tenuto conto di un ingresso differente, che effettivamente è leggermente più vicino, ma viene utilizzato solo dalle maestre, non da genitori e bambini. In ogni caso, mi sembra una questione assurda. La sicurezza dovrebbe venire prima di ogni cosa, l'anno prossimo il mio secondo figlio inizierà a frequentare le elementari e l'area è abitata da altre famiglie con bimbi che inizieranno nel breve futuro a frequentare le scuole, per cui si tratterà di un problema diffuso», è la lamentela di Regaiolli.

Dopo un paio di e-mail di confronto tra il cittadino e la PAT, la questione è rimasta per il momento insoluta con l'assenza di una soluzione definitiva.

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