«Fascista» alla sindaca Santi non è reato, assolto dalla diffamazione il direttivo dell'Anpi
I fatti risalgono al 2021, quando il Comune pubblicò (e subito rimosse) sul suo sito una foto di giovani neofascisti con striscioni del littorio per l’anniversario delle foibe
RIVA DEL GARDA. «Assolti per non aver commesso il fatto». Così il giudice del tribunale di Rovereto, la dottoressa Monica Izzo, ha assolto sei componenti del direttivo della sezione Anpi dell'Alto Garda e Ledro dall'accusa di «diffamazione aggravata» in seguito alla querela presentata quasi quattro anni or sono dal consigliere comunale di Fratelli d'Italia Nicola Santoni, fino a pochi giorni fa presidente della commissione urbanistica del Comune di Riva del Garda.
I sei componenti del direttivo Anpi di Riva finiti a processo sono Gianantonio Pfleger, Flavia Caldera, Maria Miele, Roberto Bordin, Alessia Conforto e Tatiana Brunello. Tutti, come detto, assolti «per non aver commesso il fatto»: come sempre, per capire cosa ha spinto la giudice a prendere questa decisione, bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza che dovrebbe avvenire (trattandosi di udienza predibattimentale) nell'arco di una quindicina di giorni.
I fatti "scatenanti" risalgono all'11 febbraio del 2021. È la giornata in cui vengono ricordati i Martiri delle Foibe e in corrispondenza dell'omonimo slargo al Rione Degasperi va in scena un momento celebrativo organizzato dal circolo locale di Fratelli d'Italia, con la presenza della vicesindaca Silvia Betta, dell'allora ancora assessore di FdI Silvio Salizzoni, ovviamente del consigliere Nicola Santoni e dei responsabili regionali e provinciali di Gioventù Nazionale. Tutti immortali dietro uno striscione con scritte littorie e muniti di mascherina.
La foto compare anche sul sito del Comune di Riva che però il giorno dopo la toglie. L'Anpi locale diffonde un comunicato in cui contesta il fatto che «una giunta, rappresentata da una vicesindaca che vuole raccontarsi come "moderata", si pone dietro un cartello con scritte littorie, accompagnata da rappresentanti politici della città di comprovata fede fascista, ovvero i sostenitori di coloro che si resero protagonisti di inaudite violenze contro la popolazione slovena e croata in tempo di guerra, e che crearono il clima di odio che sfociò in questa terribile tragedia».
Santoni si sentì diffamato e fece causa contro l'Anpi. Ieri l'assoluzione del giudice.