Alto Garda / Il dramma

L'omicidio a Riva, trasferita dal carcere all'ospedale la figlia dell'anziana vittima

Ieri gli avvocati avevano spiegato che Francesca Rozza era in stato confusionale e nella casa circondariale il medico ha confermato una situazione di disturbo psichiatrico. La donna ha chiamato i carabinieri ieri mattina, MA il decesso di Maria Skvor, 92 anni, risale al giorno prima. La sindaca Santi: «Una tragedia che scuote la comunità, evidenzia una situazione di profondo disagio e pone interrogativi sul sostegno a queste famiglie in difficoltà»

IL DELITTO Maria Skvor colpita alla testa, la figlia ora si trova in carcere
L'AVVOCATO «Francesca Rozza è ancora in stato confusionale»

FOTOGALLERY Il luogo della tragedia in via Deledda

TRENTO - Ieri i suoi avvocati difensori avevano spiegato che Francesca Rozza era in stato confusionale, dopo il dramma avvenuto nell'appartamento di Riva del Garda in cui la donna, 62 anni, viveva insieme all'anziana madre malata, Maria Skvor. Quest'ultima ieri mattina è stata trovata senza vita, sul proprio letto, dai carabinieri, chiamati dalla figlia.

Questa mattina Francesca Rozza, accusata di omicidio, ha lasciato il carcere di Spini di Gardolo ed è stata accompagnata all'ospedale Santa Chiara di Trento, nel reparto di psichiatria. I legali della donna spiegano che il referto a cura del medico della casa circondariale sottolinea la presenza di «intenti suicidiari in utente con disturbo psichiatrico e crimine violento maggiore all'ingresso».

Già ieri entrambi i difensori, gli avvocati Nicola Canestrini e Giovanni Guarini avevano sottolineato il contesto del tutto particolare di disagio umano e sociale nel quale è maturato il tragico episodio.

«La mia assistita - ha osservato Canestrini - versa in uno stato di estrema prostrazione e saranno necessari approfonditi accertamenti sulla sua imputabilità. È indubbio che il rapporto con la madre fosse segnato da una lunga e gravosa convivenza, nella quale il progressivo deterioramento delle condizioni dell’anziana aveva reso sempre più difficile la gestione quotidiana.

Sarà fondamentale - ha aggiunto - comprendere fino a che punto questa situazione abbia inciso sulla volontà della vittima e se ci si trovi di fronte a un dramma che impone una riflessione più ampia sul confine tra aiuto, disperazione e responsabilità penale».

Maria Skvor, 92 anni, aveva una ferita alla testa e si ipotizza che la causa del decesso sia stato un colpo sferrato utilizzando un oggetto di uso comune presente in casa, forse la lampada trovata dai carabinieri sul comodino con tracce di sangue. A chiarire l'accaduto saranno i rilievi e le analisi a cura del reparto scientifico dei carabinieri, nonché l'esame affidato al medico legale.

La donna ora piantonata in ospedale aveva allertato i carabinieri ieri, sabato, alle 5.45, ma risulta che l'atto violento sia avvenuto nella mattinata del giorno prima.

L'area tra il Rione e Varone, dove si sviluppa via Deledda, è tra le più popolose di Riva del Garda e la drammatica notizia ieri ha presto fatto il giro di Riva raggiungendo anche il municipio. La sindaca Cristina Santi ha diffuso una nota: «Un evento molto tragico che scuote la comunità e ci pone diversi interrogativi, il primo su tutti se viene fatto abbastanza per dare sostegno a queste famiglie in difficoltà. Il caregiver si prende cura di familiari non autosufficienti spesso malati, anziani o disabili, è una figura invisibile e silenziosa, che deve essere fortemente sostenuta e supportata dalle politiche pubbliche, per evitare che lo sconforto, il senso di impotenza ed abbandono sfocino in veri e propri drammi come quello consumato l'altra notte.

Esprimo con dolore il cordoglio mio personale e di tutta l'amministrazione comunale per una tragedia che evidenzia una situazione di profondo disagio, che va affrontata in modo trasversale ai vari livelli istituzionali perché purtroppo il bisogno di assistenza è crescente in una comunità che invecchia ed è sempre più sola e indifferente».

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