Rovereto: il Comune mette all'asta i suoi veicoli

Che locuzione magica quella introdotta dall'ex premier Mario Monti: «Spending review»! Talmente efficace che il sindaco Andrea Miorandi ha deciso di farla propria in tutti i modi, anche quelli più fantasiosi ancorché efficaci, possibili. Ecco quindi le rotatorie e le aiuole «griffate» ed ora l'asta dei mezzi pubblici. Non certo gli autobus urbani, per carità, ma il parco macchine che il Comune ha deciso di tagliare per risparmiare

di Nicola Guarnieri - NO

Che locuzione magica quella introdotta dall'ex premier Mario Monti: «Spending review»! Talmente efficace che il sindaco Andrea Miorandi ha deciso di farla propria in tutti i modi, anche quelli più fantasiosi ancorché efficaci, possibili. Ecco quindi le rotatorie e le aiuole «griffate» (la Sandoz è stata la prima azienda ad aggiudicarsi la firma, rigorosamente scritta con i fiori, nel rondò di Lizzana: pagherà mille euro all'anno per cinque anni di manutenzione oltre alla sua realizzazione verde) ed ora l'asta dei mezzi pubblici. Non certo gli autobus urbani, per carità, ma il parco macchine (leggasi anche moto) che il Comune ha deciso di tagliare per risparmiare.
Orbene, questi veicoli finiranno all'asta per incamerare qualche soldino utile per spese a favore della collettività. In tutto si tratta di nove mezzi, praticamente un quinto di quelli attualmente a disposizione di palazzo Pretorio. Che, tanto per snocciolare cifre nude e crude, adesso può contare su 50 veicoli, di cui 12 macchine. Oltre, ovviamente, a 11 biciclette elettriche. Da questi «beni mobili», ovviamente, sono esclusi quelli della polizia locale e i camion che utilizzano gli operatori dei cantieri comunali per i lavori di manutenzione stradale o per contrastare le gelate invernali. Prima di arrivare alla vendita al miglior offerente, tra l'altro, la giunta aveva seguito altri percorsi virtuosi: l'adesione al «car sharing» da parte di sindaco, assessori e dirigenti; la fornitura di otto bici elettriche per gli uffici di piazza del Podestà, tecnico, cultura e biblioteca; la rottamazione di tre macchine in uso ai servizi municipali e un consistente risparmio di carburante riducendo gli spostamenti. Per limare le voce «uscite» a bilancio, però, evidentemente non bastava. Ed ecco, quindi, l'idea geniale: vendere al miglior offerente nove mezzi, tra macchine e autocarri, in modo da incamerare denaro liquido e, in prospettiva, sforbiciare spese tipo assicurazione, bollo e benzina per l'eventuale utilizzo.
Il conto fatto dal ragioniere del Comune indica un introito minimo di 5.150 euro, questa almeno è la valutazione dei veicoli (sulla falsariga del listino «Quattroruote», per intenderci) che saranno messi in vendita. Nello specifico, si invitano i cittadini a contendersi a suon di rialzi tre macchine (Lancia K del 1998 del valore di 200 euro, Fiat Panda del 1997 da 100 euro, Land Rover Defender del 1995 da 500 euro), un autocarro (Bremach del 1993 da mille euro), due motocarri (Piaggio Cargo del 2006 da 1.500 euro e Piaggio Poker del 2002 da mille euro), tre moto (due Malaguti Madison del 2001 da 400 euro l'una e una Piaggio Sfera del 1991 da 50 euro).
Chiunque potrà partecipare alla gara per ottenere uno di questi veicoli. La data non è stata ancora fissata ma il Comune ha fissato la quota di rialzo per ogni puntata: 50 euro. Insomma, per chi non è patito del lusso e delle macchine fresche di fabbrica è l'occasione per dotarsi di un veicolo con una spesa davvero minima. E, al contempo, aiutare le casse comunali a non restare vuote. Tra l'altro questi «oggetti» saranno venduti all'asta senza Iva e secondo la modalità «visto piaciuto». Attenzione, però, perché chi si aspetta una sala piena di gente ululante che rialza il prezzo con il passare dei secondi stile Borsa rimarrà deluso. Perché le offerte andranno presentate in busta chiusa con rilanci, appunto, di 50 euro o multipli.
Per fare cassa in tempi di crisi, dunque, ormai si tenta di tutto. Ma mai, prima d'ora, si era deciso di liquidare il parco veicoli municipale vendendolo direttamente ai cittadini. Potere della carenza pecuniaria.

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