Zandonai, dagli sponsor 60 mila euro
Quando sul sito del Comune è apparso l'appello ai mondi economici della città, perché sostenessero i due mesi di eventi per la riapertura dello Zandonai non solo con tanto tanto entusiasmo, ma pure con qualche moneta sonante, pareva l'iniziativa di chi è alla canna del gas. Di chi cioè, in tempi di spending review, fatica a mettere insieme i soldi per un cartellone degno della riapertura del teatro, a dodici anni dall'avvio del restauro. Invece l'operazione qualche buon risultato l'ha portato
Quando sul sito del Comune è apparso l'appello ai mondi economici della città, perché sostenessero i due mesi di eventi per la riapertura dello Zandonai non solo con tanto tanto entusiasmo, ma pure con qualche moneta sonante, pareva l'iniziativa di chi è alla canna del gas. Di chi cioè, in tempi di spending review, fatica a mettere insieme i soldi per un cartellone degno della riapertura del teatro, a dodici anni dall'avvio del restauro. Invece l'operazione qualche buon risultato l'ha portato: ieri è stato presentato il cartellone di eventi, possibile grazie anche al sostegno privato: sono circa sessantamila euro i soldi raggranellati tra grandi sponsorizzazioni e piccoli sostegni in questi mesi. Sessantamila euro a cui si aggiungeranno i fondi per così dire istituzionali (altri 90 mila): dalla Regione alla Provincia, dalla Comunità di Valle a Dolomiti Energia (mai sponsor assieme alla Rurale di Rovereto).
Una cifra, quella raggranellata così, che aggiunta ai fondi pubblici ha permesso di dare il via ai due mesi di riapertura.
Il cartellone degli eventi è stato presentato ieri. E con esso lo Zandonai, nonostante l'assenza dell'assessore che più di chiunque si è gestito le grane del cantiere. Leone Manfredi - ricordato sia dall'assessore provinciale Tiziano Mellarini che dal sindaco Andrea Miorandi - in questi giorni a casa in convalescenza dopo il malore che l'ha colpito qualche settimana fa, alla conferenza stampa non poteva esserci. Così come non c'è in questi giorni a supervisionare un cantiere che sta procedendo a tappe forzate. «Il primo ottobre qui devono uscire tutti, c'è un nuovo countdown - spiegava ieri perentorio il sindaco, camminando sul nylon che protegge il parquet - deve poter entrare l'impresa di pulizie».
Il 18 ottobre non è lontano. E dopo 12 anni di cantiere, c'è da correre fino all'ultimo giorno. Ma quel che si respira è già la fibrillazione da taglio del nastro: «Ringraziamo le amministrazioni comunali prima di noi - ha detto Miorandi - che hanno iniziato il lavoro che noi stiamo portando a termine. Con lo Zandonai, corso Bettini diventa definitivamente il polo della cultura, quindi bisognerà ragionare di questa strada, in termini di funzioni, di pavimentazione, di illuminazione. I conti pubblici sono pochi, non so quando accadrà. Ma è questo il prossimo passo».
Sul teatro si è invece concentrato l'assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini, che ha assicurato il sostegno della Provincia: «C'è stato in questi anni di restauro, ci sarà in futuro. Perché è giusto che questo teatro non abbia una dimensione solo roveretana. Ma rassicuro tutti: nessuno vuole portarvi via lo Zandonai. Ma c'è la disponibilità a contribuire a farlo diventare motore di sviluppo e a dargli quel ruolo regionale che merita».
Fin qui la «scatola», pur di tutto rispetto. Ma sono i contenuti quelli che contano davvero. E su questo lo spazio è stato tutto per l'assessore alla cultura Luisa Filippi. Chiaro il principio base che ha guidato le scelte: unire nello stesso tempo il coinvolgimento dei mondi culturali della città, arricchendo con alcune proposte di alto livello. Due gli appuntamenti d punta: l'orchestra Haydn a cui sarà affidata la serata inaugurale, e quell'«Arlecchino figlio di due padroni» che il Piccolo di Milano porterà solo a Rovereto e all'Expo: «L'abbiamo inseguito, ci siamo riusciti», ha commentato l'assessore, che si attende una certa coda per accaparrarsi i biglietti di questi due eventi: «Ci sarà un giorno di prevendita dalle 8, e dalle 6 si distribuiranno i biglietti per la fila alla cassa. Ma ognuno potrà acquistare solo due biglietti: l'obiettivo è aprire il teatro al numero maggiore possibile di persone».