Marco Zenatti torna in corsa Sarà il candidato del centrodestra

di Chiara Zomer

A volte ritornano. E lui è tornato. Marco Zenatti, da ieri mattina formalmente candidato sindaco della coalizione di centro destra, ha fatto partire la sua campagna elettorale dal bar Due Colonne. Una partenza che già fa capire bene chi sarà nel suo mirino, nei 40 giorni di sfida verso il voto: più che l’amministrazione MIorandi, liquidata come «fallimentare» senza altri grandi aggettivi, il target è Francesco Valduga. Forse perché ha «rubato» più di un uomo dell’area Forza Italia. Forse perché l’intesa di tutte le forze anti centrosinistra autonomista che in una certa fase pareva vicina non è andata in porto. Di sicuro perché è con lui che Zenatti si contenderà i voti degli scontenti dalla giunta uscente. Zenatti lo sa, quindi fa il suo gioco. E con lui si muovono la civica e i partiti che lo sostengono: da Progetto Rovereto Città e da Spagnolli, a Fratelli d’Italia alla Lega nord.

Parte dalla politica, Zenatti, e dal progetto originario di coalizione ampia, con le civiche valdughiane: «C’era una volontà comune di fermare la continuità nel declino della città - ha spiegato - ma non è stato possibile perché l’altra parte ha posto al primo posto e forse l’unico il nome del candidato sindaco». E sui partiti: «Ci sostiene una civica, ma non abbiamo timori né preclusioni con i partiti. Anzi, preferiamo che chi lavora sulla base di un’ideologia lo faccia a viso aperto, senza nascondersi e ingannare l’elettore».
Ma al di là dei sassolini dalla scarpa, Zenatti ieri ha parlato soprattuto di programma. O almeno di alcuni punti del programma, a partire dalla viabilità: «Serve la tangenziale ovest. E sulla Valdastico serve una riflessione: è chiaro che si farà, chi dice il contrario prende in giro gli elettori. Noi diciamo che Rovereto deve essere protagonista del processo decisionale». Ma ha parlato anche di viabilità interna alla città e accesso al centro storico, ribaltando alcuni ragionamenti fatti dall’amministrazione Miorandi: «Il centro dev’essere accessibile per far vivere il commercio, quindi la ztl va ridotta, servono parcheggi si attestamento, vanno eliminate le piste ciclabili pericolose, dove le bici passano tra marciapiede e auto in sosta e via Dante deve tornare a doppio senso».

Poi ci sono il turismo, «inaccettabile che non abbiamo finora messo in rete le nostre eccellenze per creare sviluppo» - l’Apt da ripensare, la sicurezza e l’ospedale da valorizzare. Ma su tutto c’è la necessità di far tornare Rovereto un interlocutore forte con Trento.
Un assist, questo, soprattutto per Piergiorgio Plotegher, che per Fratelli d’Italia ha ricordato come «tra noi e gli altri alleati possono esserci differenze di toni, ma i temi li condividiamo tutti», e ha ribadito la necessità di puntare i pugni più spesso rispetto a Trento. E mentre la Lega ha parlato di «anni fallimentari», relativamente all’esperienza di Miorandi e di «candidatura dinastica» per Valduga, Maurizio Fugatti, segretario del Carroccio parla di «uomini e donne che conoscono competenza e responsabilità. Siamo consapevoli di poterci giocare a viso aperto la nostra partita».

Menzione d’onore per Giovanni Spagnolli, ex assessore di Valduga. A suo beneficio le parole gonfie di stima di Zenatti. E lui ha spiegato: «Ho fatto l’assessore, ho conosciuto la responsabilità nell’amministrare per il bene di tutti». E sul programma: «Non serve don Sturzo (pungendo Valduga), ma non  servono nemmeno cose inutili, come la Strongmanrun. Bellissima, ma non si può spendere 250 mila euro in un evento quando non si hanno i fondi per garantire i servizi».

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