Le sale d'aspetto dell'ospedale diventano rifugi per clochard
Ecco cosa succede all'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto
Un posto al caldo dove passare la notte in inverno è diventato merce rara. Anche in una città dove, tra case sfitte e capannoni industriali abbandonati, un «buco» lo si trova. Da qualche tempo, però, i senza fissa dimora - alcuni «ufficiali» e conosciuti dai servizi sociali altri assolutamente ignoti all'anagrafe - hanno scelto come dimora temporanea l'ospedale Santa Maria del Carmine. Non solo per dormire, almeno a detta di chi ci lavora, ma anche per raggranellare qualche euro utile per mettere qualcosa sotto i denti. Gli stessi pazienti si sono lamentati più volte dell'aumento dei furti, magari non cose di grande valore ma comunque fastidiosi. Per i protagonisti «invisibili» di queste giornate fuori dall'ordinario si tratta spesso solo di sopravvivenza. Vite al margine, insomma, ma che fanno sentire sempre di più la presenza e la pressione sui tanti utenti della struttura sanitaria cittadina e pure tra i lavoratori.
L'allarme, che ancora non è tale ma presto lo sarà, riguarda soprattutto le ore diurne, quando l'accesso al Santa Maria è garantito dal flusso costante di parenti in visita o pazienti diretti agli ambulatori. Nelle sale d'aspetto dei vari reparti, dunque disseminati su più piani, si accampano i senza fissa dimora che trovano caldo, in primo luogo, ma anche sedie dove poter dormire.
A preoccupare maggiormente il personale, però, sono i barboni (di solito balordi magari alticci più che gente che cerca di sfuggire dal freddo) che stazionano su corso Verona davanti all'ingresso nelle ore notturne. Le segnalazioni giunte all'Azienda sanitaria, non a caso, parlano di personaggi che creano condizioni di insicurezza, specialmente nei confronti del personale femminile che termina o inizia il proprio turno di lavoro.
Del caso si sta occupando direttamente l'assessorato provinciale alla salute e l'assessore Donata Borgonovo Re, non a caso, ha contattato tutti i responsabili dei vari reparti, caposala compresi, per chiedere la collaborazione segnalando eventuali presenze di clochard all'interno dell'ospedale ed episodi di molestie all'esterno. Nel frattempo tanto la Provincia che il Comune di Rovereto stanno predisponendo un piano di controllo da concordare con le forze dell'ordine. Nei prossimi giorni, infatti, sarà chiesto di pattugliare anche questo edificio con passaggi, sia di giorno che alla sera, di vigili urbani, polizia e carabinieri.
Per ora, come detto, si tratta di fenomeni ancora abbastanza contenuti, confermano in ospedale, ma se non si interviene si rischia di rendere una struttura come quella di corso Verona una sorta di porto franco.
«Purtroppo alcune di queste persone, specie quelle che stazionano fuori dall'ospedale, le conosciamo. - spiega l'assessore comunale alle politiche sociali Fabrizio Gerola - Sui senza fissa dimora accampati nelle sale d'attesa vedremo cosa fare, ne discuteremo assieme coinvolgendo anche le forze dell'ordine per garantire sicurezza e incolumità ma anche serenità a chi lavora, ai degenti e ai visitatori».